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Caro Mélenchon, vuoi l'Ue multietnica? Allora accogli un po' di migranti

Gianluigi Paragone
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Ha vinto Mélenchon e siccome il voto degli elettori noi lo rispettiamo e lo esaltiamo sempre, diciamo che è giusto che governi. Ecco, un bel governo Melenchon è proprio quello che ci vuole adesso per dare un bel colpetto all’Unione europea. Soprattutto in tema di immigrazione. Ha vinto Mélenchon e ora lo aspettiamo al varco soprattutto sulla questione migranti. Se fossi nel governo italiano direi: cari francesi, avete indicato una via chiara su quale tipo di Francia volete; la volete aperta ai migranti, sempre più multirazziale e con le porte spalancate, meno nazionalista e più islamica, rispettosa dei diritti, ecco vi aiutiamo a guadagnare le vie del comunismo globalista e vi consegniamo tutti i migranti che chiedono di venire in Francia dall’Italia.

Visto che è la prima forza politica del paese, inviterei inoltre Mélenchon a dare ordine alla polizia schierata sul confine di Ventimiglia affinché non ostacoli i passaggi, anzi ne faciliti lo sconfinamento. Altrimenti che senso hanno tutte quelle chiacchiere contro i cattivi dell’onda nera? Dico di più: sempre se fossi nel governo, direi alla presidente Meloni e al ministro Piantedosi (i quali zitti zitti hanno ridotto notevolmente il numero degli arrivi grazie alle relazioni sane con i Paesi africani.

 

 

 

E qui mi domando come mai la “Rai meloniana” non riesca a sottolineare certe cose...) di creare dei messaggi e delle campagne di informazione dove si agevoleranno i transiti verso la Francia; un po’ perché così iniziamo a rispettare le quote sulla distribuzione degli extracomunitari, un po’ perché è giusto che chi volesse arrivare nelle terre dei Buoni (la Francia e la Germania per esempio, così impegnate a respingere i fascisti al governo) lo possa fare con il gradimento di tutti. Del nostro parecchio.

Ne approfitto per ricordare che se non ci fossero questi cattivoni del centrodestra a guidare l’Italia, non solo avremmo più immigrati (e ribadisco: cara Rai, riesci a parlare del calo degli sbarchi? O gratta gratta comandano sempre i conduttori e gli autori de sinistra), ma avremmo pure grandi feeling con Mélenchon e quelli come lui. Già, perché ieri è stato tutto un peana verso il Fronte Popolare: «Battere la destra è possibile. Viva la Francia». Per la verità si erano sbracciati anche qualche giorno fa per la vittoria dei laburisti di Starmer, il quale a dirla tutta non ha nulla a che spartire con Mélenchon, come dimostra la sconfitta della linea Corbyn. Allora il Pd dovrebbe gettare la maschera e dirci su quale dei due modelli s’attesta.

Nel caso facessero gli gnorri, non è difficile anticipare che la nuova ditta Schlein-Fratoianni-Salis-Conte tira tutta a sinistra, cioè dalla parte del Fronte Popolare. Il quale fronte, nell’intercettare l’altra metà del cielo dei disagiati, scalda la platea meno nazionalista cioè quella dei cittadini di seconda e di terza generazione che non si sentono francesi, non si sentono occidentali e anzi si infiammano per tutto ciò che li riconnette alle cause contro l’Occidente in nome di una identità musulmana, passando per la questione arabo palestinese. Di quel che accade in Francia ci interessa poco, di quel che accade in Italia molto: per questo finché certa sinistra vince all’estero va bene. Se Schlein e compagni ci tengono a fare da spettatori, faremo di tutto per accontentarli.

 

 

 

 

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