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Biden, "mettiamo Trump nel mirino": le parole prima del discorso dallo Studio ovale

lunedì 15 luglio 2024

2' di lettura

"Dobbiamo fare tutti un passo indietro". Arriva in ritardo, Joe Biden: il presidente democratico degli Stati Uniti lancia un appello alla Nazione a poche ore dall'attentato al suo sfidante repubblicano alla Casa Bianda, Donald Trump, e invita tutti gli americani a "abbassare i toni" della retorica politica in un discorso tenuto ieri sera nello Studio Ovale, chiedendo un dialogo più rispettoso e civile. 

Il Paese è ancora sotto choc per quanto accaduto sabato, con il 20enne che indisturbato ha sparato a Trump durante un comizio a Butler, in Pennsylvania, nel tentativo di ucciderlo. La pallottola ha invece colpito il tycoon all'orecchio destro, graziandolo per pochi millimetri. E dopo l'urlo di The Donald insanguinato al suo "popolo", "Fight!" (lottate) è scattato il processo politico. Che vede proprio Biden tra i primi imputati, in una campagna elettorale fatta di insulti e provocazioni incrociate. Solo l'8 luglio scorso, il presidente aveva detto ai donatori democratici che "è tempo di mettere Trump nel mirino". Sarebbe una gaffe premonitrice, se in ballo non ci fosse una (scampata) tragedia. 

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Anche sull'onda di quelle parole così violente, D.J. Vance, senatore repubblicano dell'Ohio considerato in pole per la carica di vicepresidente di Trump ha tuonato a caldo: "Quello di oggi non è solo un incidente isolato. La premessa centrale della campagna di Biden è che il presidente Donald Trump è un fascista autoritario che deve essere fermato a tutti i costi. Quella retorica ha portato direttamente al tentato assassinio di Trump". Insomma, il leader dem da molti viene considerato come il mandante morale dell'attentato. 

"Non essere d'accordo è inevitabile nella democrazia americana", ha anche per questo ricordato Biden nel suo discorso di 6 minuti alla nazione, ma la politica non dovrebbe mai trasformarsi in un "campo di sterminio". "Anche se potremmo non essere d'accordo, non siamo nemici", ma "siamo vicini, siamo amici, colleghi, cittadini e, cosa più importante, siamo concittadini americani. Dobbiamo stare uniti". 

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Il discorso è il terzo che Biden ha pronunciato dallo Studio Ovale da quando ha iniziato il suo mandato. I presidenti riservano tradizionalmente lo Studio Ovale ai discorsi di massima importanza, in genere quelli sulla guerra e sulla pace. Biden ha ammorbidito il suo linguaggio in seguito alla sparatoria a Trump e nel suo discorso di domenica sera ha ricordato agli americani che la politica è un'arena per un dibattito razionale. Risolvere le divergenze attraverso la violenza è un anatema per le tradizioni democratiche del paese, ha detto. "Noi sosteniamo un'America non fatta di estremismo e rabbia, ma di decenza e grazia", ​​ha affermato. "In America, risolviamo le nostre divergenze alle urne, non con i proiettili", ha aggiunto. "Il potere di cambiare l'America dovrebbe sempre essere nelle mani del popolo, non in quelle di aspiranti assassini", ha affermato.

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