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Parigi 2024, (Ultima) cena: la parola della settimana

Massimo Arcangeli
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 L’espressione è proverbiale. L’ultima cena può essere solo quella dell’omonimo dipinto di Leonardo da Vinci, che in una nota preparatoria o di accompagnamento all’opera ha scritto: «Uno che beveva e lasciò la zaina nel suo sito, e volse la testa inverso il proponitore. Un altro tesse le dita delle sue mani insieme e co’ rigide ciglia si volta al compagno. L’altro colle mani aperte mostra le palme di quelle e alza le spalli inver li orecchi e fa la bocca della maraviglia. Un altro parla nell’orecchio all’altro, e quelo che l’ascolta si torce inverso lui e gli porge li orecchi, tenendo un coltello ne l’una mano e nell’altra il pane mezzo diviso da tal coltello. L’altro nel voltarsi tenendo un coltello in man versa con tal mano una zaina sopra della tavola. L’altro si posa le mani sopra della tavola e guarda. L’altro soffia nel boccone. L’altro si china per vedere il proponitore e farsi ombra colla mano alli occhi.


L’altro si tira indietro a quel che si china, e ‘l vede il proponitore infra ’l muro e ’l chinato (Codici Forster, II, cc. 62v-63r). Comparando il quadro con questo passo, forse risalente agli anni 1495-1496, si scoprono però diverse cose che non quadrano. Intanto i personaggi descritti da Leonardo, anziché tredici (Cristo e i dodici apostoli), sono undici o al massimo dodici, proponitore compreso, se chi mostra le palme, solleva le spalle e atteggia la bocca a meraviglia è persona diversa dal compagno di chi «tesse le dita delle sue mani insieme». Quanto alle pose, alle mosse, alle azioni abbozzate dall’artista non c’è quasi nessuna precisa corrispondenza con quelle dei personaggi dipinti, appena informati da Cristo (Vangelo di Giovanni, 13, 21) che uno fra loro lo tradirà.

Chissà cos’avrebbe pensato Leonardo, dalle pur note inclinazioni omosessuali, se avesse assistito alla cerimonia di apertura delle Olimpiadi in cui si è consumata l’ultima scema. Perché non c’è bisogno di ergersi contro la cultura woke per ritenere kitsch la parodia del capolavoro leonardesco. Al centro una dee-jay curvy, la lesbica Barbara Butch. Alla sua destra e alla sua sinistra gli apostoli in versione transgender o drag queen. 

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