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Israele, Tel Aviv si prepara al peggio: via i Van Gogh dal museo

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Meglio intervenire prima che disperarsi poi. In quest'ottica e con la certezza di un imminente attacco dell'Iran o di Hezbollah, anche l'arte si trova a dover fare i conti con la realtà brutale della guerra. La direzione del Museo di Israele ha rimosso decine di opere d'arte per paura che il museo possa essere danneggiato dalla risposta dell’"asse della resistenza" contro le operazioni che hanno ucciso Fuad Shukr, comandante in capo di Hezbollah, a Beirut e il giorno dopo Ismail Haniyeh, il leader di Hamas, ospite degli ayatollah a Teheran. Tra i capolavori messi al sicuro, si legge sull'Ansa, vi sono opere inestimabili di artisti come Paul Gauguin, Vincent van Gogh e Paul Cézanne, che sono state trasferite in una sala protetta all'interno del museo.

 

La decisione di spostare questi capolavori è una misura preventiva volta a preservare il patrimonio artistico mondiale in un contesto di crescente instabilità. Il Museo di Israele ha dichiarato di aver prestato "particolare attenzione" durante lo spostamento, sottolineando l'importanza di proteggere questi capolavori, che rappresentano non solo il culmine di secoli di espressione artistica, ma anche un legame insostituibile con la storia e la cultura globali. Questo atto di tutela dell'arte solleva interrogativi profondi su come il patrimonio culturale possa essere salvaguardato in tempi di guerra. Le opere di Gauguin, van Gogh e Cézanne, ognuna con il proprio linguaggio visivo unico, ci raccontano storie che trascendono i confini nazionali e temporali. La loro rimozione dalle sale del museo è un atto doloroso, ma necessario, che ci ricorda quanto sia fragile il nostro patrimonio culturale di fronte alle minacce belliche. La storia ha già mostrato come le guerre abbiano devastato innumerevoli tesori artistici. Durante la Seconda Guerra Mondiale, ad esempio, molte opere furono rubate, distrutte o disperse. Il solo pensiero che i capolavori esposti al Museo di Israele possano subire un destino simile ha spinto la direzione del museo a prendere provvedimenti drastici.

 

Tuttavia, questa decisione va oltre la semplice protezione fisica delle opere. È anche un messaggio forte sull'importanza di preservare la cultura e l'arte, anche in momenti di grande incertezza. La cultura rappresenta l'identità di un popolo e, in un certo senso, custodire questi dipinti è come proteggere una parte dell'anima dell'umanità. Le opere di artisti come van Gogh e Cézanne non sono solo preziose per il loro valore artistico, ma anche per ciò che rappresentano: l'espressione dell'umanità attraverso la creatività, la riflessione e l'innovazione. In un mondo in cui la violenza e la distruzione possono minacciare anche ciò che è più sacro, la scelta del Museo di Israele di proteggere questi tesori è un atto di resistenza culturale. La speranza è che queste opere, ora nascoste al pubblico per motivi di sicurezza, possano un giorno tornare nelle sale espositive del museo, dove potranno continuare a ispirare, educare e connettere le persone attraverso il tempo e lo spazio. Fino ad allora, la loro assenza sarà un silenzioso ma potente monito della fragilità della bellezza e della necessità di proteggerla, anche nei momenti più bui della storia.

 

 

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