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Germania choc, l'Afd e la Wagenknecht: gli anti-Rackete che faranno cadere Scholz

Daniel Mosseri
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Tanto tuonò che piovve. Ovvero, per dirla con le parole pronunciate pochi giorni fa al canale online Nius dal premier uscente della Sassonia, il Cdu Michael Kretschmer, «questi a Berlino non hanno ancora sentito il botto». Ieri il botto è arrivato. Si sono celebrate le elezioni per i Parlamenti “statali” (la Germania è un Paese federale) di Turingia e Sassonia e tanto da Dresda quanto da Erfurt è arrivata una pesante sconfitta per i partiti che sostengono il cancelliere Olaf Scholz a Berlino. Buona invece la performance della Cdu guidata a livello nazionale da Friedrich Merz che si conferma la più votata in Sassonia con il 31,6% perdendo però qualche decimale secondo gli exit poll mentre crescerebbe di quasi tre punti in Turingia dove però arriva seconda.

 

AFFLUENZA RECORD

A stravincere sono stati i partiti populisti di destra, AfD, e di sinistra, il Bsw di Sahra Wagenknecht. Il risultato è uno smottamento elettorale reso solo più serio da un’impennata dell’affluenza alle urne arrivata al 74% nei due Länder dove era attorno al 65% cinque anni fa. A Dresda il partito sovranista è cresciuto di quasi tre punti portandosi con il 30,2% subito dietro alla Cdu. A Erfurt invece AfD è cresciuta secondo gli exit poll di quasi 10 punti, balzando al primo posto col 33% dei consensi e staccando di quasi nove punti la Cdu (24,3%). In ciascuno dei due Länder orientali è stata notevole anche la performance del Bsw.

L’ex capogruppo della Linke Sahra Wagenknecht ha fondato la sigla solo otto mesi fa sbattendola porta del partito socialcomunista che ha accusato di inseguire politiche ecologiste insensate infischiandosene degli interessi dei cittadini. Per Wagenknecht la goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la decisione della Linke di candidare l’ex comandante della Sea Watch 3, Carola Rackete, novella leader ambientalista, quale capolista alle Europee.

 

 

 

L’ex capogruppo ha così fondato una lista “prima i tedeschi” (poveri), che ha poi irrorato di posizioni anti-immigrati e rifugiati, filorusse, anti-Nato e anti-Ucraina. Aggiungendo un pizzico di proposte no-vax, Wagenknecht è andata a segno: il partito nuovo di zecca ha portato a casa il 15% in Turingia e il 12% in Sassonia. Meno di quanto attribuito al Bsw dai sondaggi degli ultimi mesi, ma abbastanza per reclamare un posto al tavolo per la formazione del governo.

Sommati a quelli di AfD, i voti sovranisti e anti-sistema nelle due regioni tedesche non solo sono vicini alla maggioranza assoluta ma dimostrano una volta ancora che la riunificazione delle due Germania è lungi dall’essere conclusa. Basta vedere come hanno fatto i rossi, verdi e i gialli (Liberali) della coalizione al governo nazionale: la Spd del cancelliere avrebbe l’8% in Sassonia e il 6,6% in Turingia; i Verdi sperano di restare sopra al 5% in Sassonia ma sono fuori in Turingia – alle regionali in Germania la soglia di sbarramento è al 5% – e i Liberali arrivano dopo la polvere. Per la fortuna dei partiti tradizionali tedeschi, il Bsw ha (per adesso) escluso di formare un governo con AfD.

Con il passare delle ore saranno contate le schede e attribuiti i seggi ma appare già evidente che la Germania ha un diffuso problema di governabilità: un po’ perché l’esecutivo centrale è stato sconfessato alle urne, un po’ perché, di fatto, formare un’amministrazione nei Länder appare complicato. Tanto che in serata arriva l’avvertimento: «Il risultato mostra che il “semaforo” ha perso la sua legittimazione», spiega su X Wolfgang Kubicki, vicepresidente dei liberali tedeschi (Fdp), partner della coalizione giallo-rosso-verde al governo federale, «se una parte così consistente dell’elettorato nega il voto in questo modo, devono esserci conseguenze». E torniamo a Kretschmer: il premier sassone della Cdu, molto meno anti-russo del capo del partito Merz, ha vinto e punta a un nuovo mandato: ma con chi? Se avrà fortuna Kretschmer potrà ripetere l’alleanza Cdu-Spd-Verdi nella speranza di strappare 61 seggi su 120. Oppure dovrà allargare la coalizione ai rosso-bruni.

 

 

 

MAGGIORANZE IPOTETICHE

In Turingia le cose per la Cdu vanno anche peggio: da un lato qua AfD potrebbe da sola ottenere almeno un terzo dei seggi che le conferirebbero un potere di blocco su ogni iniziativa del governo; e in questo Land, non va dimenticato, AfD è guidata dal più duro dei suoi leader: Björn Höcke. Dall’altro, exit poll alla mano, la Cdu potrebbe governare imbarcando oltre alla residuale Spd almeno uno dei due partiti comunisti: quello rosso-rosso (la Linke) o quello rosso-bruno (il Bsw). Una compagnia men che naturale per una formazione cristiana e moderata, colonna portante del Partito popolare Ue.
E guai sono in vista per tutti i leader nazionali: nel suo ruolo di king maker, Wagenknecht ha fatto sapere che i suoi voti sono a disposizione di Cdu e Spd ma che in cambio pretende modifiche della politica nazionale: i rifugiati e Zelensky sono avvisati.

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