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"30.000 euro e lasciate il Paese": migranti, la rivoluzione svedese che può cambiare tutto

di Andrea Valle sabato 14 settembre 2024

2' di lettura

Il governo svedese pagherà 350mila corone, ovvero 30.700 euro a ciascun migrante che deciderà volontariamente di lasciare il Paese scandinavo. Il provvedimento lo ha spiegato ieri il ministro svedese, Johan Forssell, il quale ha spiegato che il provvedimento riguarderà i migranti che torneranno nei loro Paesi di origine dal 2026. «Siamo nel mezzo di un cambiamento di paradigma nella nostra politica migratoria» ha affermato l’esponente del governo conservatore, di cui fa parte anche il partito di estrema destra dei Democratici Svedesi. Secondo Ludvig Aspling, portavoce dei Democratici, «molte persone preferirebbero tornare a casa, ma potrebbero aver bisogno di un piccolo aiuto lungo il percorso». Tuttavia, la proposta ha incontrato resistenze, soprattutto tra i partiti liberali, che temono possa ulteriormente isolare le minoranze non integrate. Joakim Ruist, economista esperto in migrazione globale, sostiene che che l’iniziativa possa avere uno scarso impatto economico e potrebbe peggiorare il processo di integrazione. 

Attualmente i migranti che decidono di lasciare la Svezia possono ricevere fino a 10mila corone per adulto (873 euro) e 5mila corone per bambino, con un tetto massimo di 40mila corone per famiglia. Cifre irrisorie rispetto alla politica adottata dai vicini danesi: chi lascia volontariamente Copenhagen possono ricevere un’indennità fino a 330mila corone danesi, cioè ben 44mila euro. Questa disparità ha reso praticamente inutilizzato lo strumento previsto dalla Svezia. Solo una persona ne ha usufruito in tutto il 2023, contro le 300 della Danimarca. Da qui la svolta del governo conservatore di Stoccolma, che si inserisce in un momento i cui tanti governi europei stanno cercando di blindare le frontiere e comunque limitare il numero di migranti.

I Paesi scandinavi non sono gli unici a pagare gli stranieri che decidono di prendere la via dei rimpatri. La Germania, ad esempio, attraverso il programma Reag/Garp, offre incentivi finanziari e assistenza logistica ai migranti che decidono di rimpatriare con contributi che variano da circa 500 a 1.200 euro per persona, a seconda della situazione e del Paese di destinazione. Inoltre, vengono offerti fondi per coprire il viaggio e supporti per la reintegrazione. L’altra “super potenza europea”, la Francia, ha un programma chiamato Aid for Voluntary Return, che offre circa 650 euro per adulto e 300 euro per minore per il rimpatrio volontario. Questo incentivo è destinato a coprire le spese immediate del viaggio, oltre a fornire assistenza eventuale. In Italia i rimpatri volontari non vedono l’incentivo dei soldi in contanti, ma il pagamento di un progetto di rientro in beni e servizi di reintegrazione, ad esempio l’affitto di un locale o piccole attività commerciali. La quota è di 2mila euro a testa, e mille in più per ogni componente del nucleo familiare. Situazione simile alla nostra in Austria , il cui programma prevede incentivi che variano tra 500 e 1.000 euro per migrante. In Belgio, con il programma Fedasil, gli incentivi arrivano fino a 2.000 euro per migrante; i Paesi Bassi, infine, offrono fino a 1.750 euro come contributo per la reintegrazione.

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