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USA e Cuba unite contro la marea nera

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Ipotesi di apertura di un tavolo di consultazione tra due Paesi in contrasto da 50 anni

Roberto Amaglio
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Il pericolo ambientale supera anche le divisioni ideologiche e politiche più esasperate. Oggi, infatti, gli Stati Uniti e Cuba hanno accantonato le loro divergenze per aprire un tavolo di consultazione utile a trovare una soluzione alla perdita di petrolio dalla piattaforma BP, affondata il 22 aprile scorso nel Golfo del Messico. Le conseguenze del collasso della piattaforma, infatti, sono ormai diventate un problema per l'intero continente americano: le forti correnti marine potrebbero spingere l'enorme chiazza di greggio verso le coste nord di Cuba e le Keys in Florida. Insomma, non è più solo un problema del Mississippi, della Louisiana e del presidente Obama. A riferire all'Associated Press dell'apertura di una collaborazione è stato un funzionario (rimasto nell'anonimato) del Dipartimento di Stato Usa. Intanto le notizie sull'avanzata della marea nera non si placano. Cumuli di catrame appiccicoso sono stati ritrovati a Key West, in Florida. Le autorità stanno verificando in questo caso se il liquame sia riconducibile alla marea nera fuoriuscita dalla BP. Brutte notizie anche dal fronte del Mississippi, dove una spessa massa di petrolio marrone sta penetrando nelle paludi del delta. Se queste venissero distrutte dalla marea nera, si potrebbero avere enormi perdite economiche per l'industria ittica della zona.

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