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Marea nera. La BP riprova a chiudere la falla

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Mercoledì si tenterà di sigillare la perdita con una sostanza viscosa. Ma la stessa BP è cauta

Roberto Amaglio
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Nuovamente tutto pronto per la "top kill", l'azione studiata dalla BP volta a sigillare la perdita di petrolio a 1525 metri di profondità nel Golfo del Messico. L'industria petrolifera inglese, infatti, dopo il rinvio di domenica, potrebbe dare il via mercoledì 26 maggio alle grandi manovre. In pratica il piano consiste nel fermare il flusso di greggio, a 1.525 metri di profondità, con un getto di una sostanza ad elevata viscosità nella falla che sarà sigillata con una successiva colata di cemento. Tuttavia sono molti i dubbi non solo sull'efficacia del piano, ma anche sulla possibilità di un nuovo rinvio. I primi a mettere le mani avanti, infatti, sono proprio i responsabili della BP. I primi dubbi sono stati espressi dallo stesso vice presidente dell'industria inglese Kent Wells, il quale ha affermato che ci sono il 60/70% delle possibilità che l'operazione porti i suoi frutti. Proprio per questo alto tasso di incertezza, "l'operazione potrebbe essere rinviata".

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