Dopo la tregua dichiarata tra Israele e Iran, emergono retroscena su quanto accaduto nelle ore precedenti all'annuncio di Trump. E una circostanza che spiega bene quanto si stata alta la pressione sulla testa del regime iraniano la spiega bene il Corriere. Il 24 giugno, l’intelligence americana avrebbe inviato un avvertimento all’ayatollah Ali Khamenei, leader iraniano, con le coordinate del suo nascondiglio: "O entro 24 ore accetti il cessate il fuoco, o ti veniamo a prendere". Secondo una fonte interna al regime, riportata sempre dal Corriere, Khamenei avrebbe accettato, trovando conveniente una pausa nella “Guerra dei 12 giorni”. La propaganda iraniana, tuttavia, riscrive la narrazione, proclamando vittoria.
Su Irib, la tv di Stato, un commentatore vicino alla ayatollah dichiara: "Siamo i vincitori di questa guerra, non sono riusciti a sconfiggerci", sostenendo che gli Usa avrebbero implorato l’Iran di fermare i bombardamenti. Khamenei, dal suo bunker, reclama il trionfo su X: "Chi conosce il popolo iraniano e la sua storia sa che la Nazione iraniana non si arrende". Mahmoud Nabavian, religioso conservatore, si esalta: "Prima di questa guerra, l’Iran era una potenza regionale, ma ora sta diventando un impero islamico".
Tuttavia, Hassan Rouhani avverte: "Il cessate il fuoco può essere un’opportunità per l’inganno". Sul nucleare, causa dell’operazione “Rising Lion”, il portavoce Behrouz Kamalvandi insiste: "L’industria nucleare non si fermerà", e il ministro Araghchi conferma: "Il programma nucleare va avanti". Nonostante la propaganda, gli esperti vedono nell’Iran una sconfitta militare, la peggiore da quando la Guida Suprema tiene le fila del Paese. Una realtà impossibile da negare.