Prima di morire, Michele Noschese, in arte dj Godzi, avrebbe inseguito una ragazza sul balcone del complesso in cui viveva a Ibiza. Poi le grida, l'intervento di un anziano vicino e infine l'arrivo della Guardia Civil. Così, in circostanze ancora tutte da chiarire, il 35enne ha perso la vita. A ricostruire i fatti è stata una residente dell'edificio in cui è accaduto il dramma, una donna spagnola di circa 40 anni, che ha preferito mantenere l'anonimato. "Saranno state le otto e in molti eravamo già nel giardino del condominio, richiamati da un gran trambusto - ha raccontato -. Abbiamo visto Michele sul balcone inseguire una ragazza. Lei ha scavalcato un divisorio, è corsa sul balcone del vicino Xavier, e Michele le era ancora dietro. Poteva succedere qualcosa di grave".
A quel punto, come si legge sul Corriere della Sera, i presenti hanno cercato di fermarlo. Tra questi il vicino Xavier, ma "Michele lo ha afferrato da dietro e Xavier ha gridato: 'Chiamate la polizia!'. Michele ha urlato a sua volta: 'La chiamo io la polizia!'", ha proseguito la testimone. Poco dopo, quindi, è intervenuta la Guardia Civil. Secondo un'altra testimonianza, quella del 34enne Raffaele Rocco, commerciante a Ibiza e amico di Noschese, gli agenti avrebbero immobilizzato il dj con manette ai polsi e alle caviglie, bloccandolo su un letto e lui "gridava: 'Lasciatemi! Lasciatemi!'". Sia Raffaele che la donna saranno sentiti dagli inquirenti che indagano sul caso.
Dall’autopsia fatta poco dopo il decesso, inoltre, sarebbero emerse tracce di sostanze stupefacenti e nessuna lesione compatibile con percosse. Un esito che però la famiglia di Noschese non accetta. Giuseppe, padre di Michele ed ex primario del "Trauma Center” dell'ospedale Cardarelli di Napoli, ha denunciato l’assenza di un consulente tecnico della difesa durante l’autopsia e la velocità dell’esame: "È stata fatta in fretta e senza contraddittorio".