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Berlino, torna il suono agghiacciante delle sirene d'allarme

di Roberto Tortora venerdì 12 settembre 2025

3' di lettura

Dopo 32 anni Berlino torna a sentire un suono agghiacciante, cupo e doloroso. Quello delle sirene d’allarme che non si sentivano più dai tempi del crollo del muro di Berlino. Ieri, giovedì 11 settembre, hanno risuonato nuovamente alle 11, per avvertire di un imminente attacco di droni o missili. In realtà era solo una prova, non c’era alcun pericolo reale, come da avvertimento comparso sui cellulari dei cittadini berlinesi che, però, non ha evitato di provare lo stesso sgomento. Il racconto, dalle pagine di Italia Oggi, è di Roberto Giardina, corrispondente dalla Germania.

L’ultima sirena era andata fuori servizio a Berlino nel 1993, quattro anni dopo la caduta del muro. Oggi sono circa 200. La metropoli, tornata unita, dalla fine del III Reich era stata una sorta di sensore, un gigantesco allarme ai tempi della guerra fredda. Giardina ricorda: “Quando una crisi scoppiava in qualche parte del mondo, i carri armati degli alleati, sempre occupanti di fatto fino al 1989, si fronteggiavano lungo il Muro con i panzer dell’Armata Rossa. Un avvertimento reciproco. Berlino ieri, Kiev oggi: bersaglio dei droni e dei missili di Vladimir Putin, che non distinguono tra obiettivi militari e asili infantili”. E dove oggi sorgono quartieri eleganti, fino agli Anni Settanta c’era un cumulo di rovine nella vecchia capitale tedesca. La chiesa del Settecento nella piazza riportò gravi danni nel bombardamento del 22 novembre 1943, il più drammatico. Fu colpita anche la Gedächtniskirche in centro, i turisti possono vederla oggi ancora annerita dalle bombe.

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Il giornalista, palermitano, ricorda le bombe sulla città siciliana quando aveva i primi anni di vita. Boati così forti che restano impressi anche nelle menti di chi è ancora così giovane da non riuscire nemmeno a parlare ancora. Il rumore delle bombe come compagnia quotidiana, ma senza l’idea della morte per un bambino in tenera età. “Palermo – dice lo scrittore - è l’unica città d’Europa, credo, dove si vedano ancora le cicatrici della guerra, le facciate delle antiche case nel centro storico butterate dalle schegge. Anche all’ambasciata italiana di Berlino, gli architetti non le hanno volute cancellare durante il restauro di trent’anni fa. Quando abitavo a Amburgo, a volte di notte sentivo rombi, come cannonate, erano i petardi di avvertimento, l’Elba minacciava di straripare. Un pericolo reale. Nella notte tra il 16 e 17 febbraio del ‘62, l’acqua alta provocò circa 200 vittime. Ad Amburgo ai margini di Sankt Pauli, il quartiere a luci rosse, vedevo un gigantesco bunker, era impbossibile distruggerlo. Oggi viene trasformato, ospiterà alloggi di lusso. A Berlino, un altro bunker ospita un museo privato, il proprietario abita nell’attico costruito sul tetto”.

Quindi si torna a parlare di Berlino e di una nuova sensazione di pericolo: “Le sirene ieri hanno suonato, dopo l’incursione di 18 droni russi mercoledì nella vicina Polonia. Un errore o un avvertimento? I miei vicini tedeschi sono convinti che Putin non commetta errori. Io rimango ottimista, ma con loro evito commenti per non essere giudicato ingenuo o, peggio, a causa dell’età, oppure un italiano superficiale”.

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