Russia, la guerra in Ucraina obbliga Putin ad alzare le tasse

di Maurizio Stefaninimercoledì 17 settembre 2025
Russia, la guerra in Ucraina obbliga Putin ad alzare le tasse

(Ansa)

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Un bombardamento russo su Zaporizhzhia ha causto un morto e 13 feriti, un altro drone russo è passato sulla Polonia, ma intanto l'Ucraina ha annunciato avanzate sia verso il confine russo nel nord-est e sia a est con la riconquista della città di Pankivka a est, mentre attacchi con droni hanno colpito la regione russa di Belgorod. Hanno fatto impressione soprattutto i primi bombardamenti nell’Oblast’ di Leningrado dalla fine dell’assedio tedesco, a inizio 1944. Colpita la rete dei treni militari russi, e colpita una ennesima raffineria. «Le sanzioni più efficaci, quelle che funzionano più rapidamente, sono gli incendi alle raffinerie di petrolio russe, ai suoi terminal, ai suoi depositi di petrolio. Limitare significativamente l'industria petrolifera russa significa limitare significativamente la guerra», ha detto il presidente ucraino Volodymir Zelensky, che secondo il segretario di Stato Usa Marco Rubio potrebbe incontrare il presidente americano Donald Trump a New York la prossima settimana.

Quello delle sanzioni a colpi di droni è un punto chiave, perché vari analisti ritengono che gli attacchi alle raffinerie potrebbero costringere Putin addirittura ad aumentare le tasse, con possibili gravi ricadute sul consenso interno. Gli attacchi mirati dell’Ucraina hanno infatti messo fuori uso circa il 17% della capacità di raffinazione del Paese, facendo impennare i prezzi dei carburanti e creando carenze in tutto il territorio. Il prezzo della benzina a Mosca è cresciuto del +30% in poche settimane, mentre i trasporti e la logistica si trovano in ginocchio.

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Assieme a tassi di interesse elevati che soffocano famiglie e imprese, ciò ha contribuito a spingere l’inflazione fino al 10%, col Pil che nel primo semestre del 2025 si è contratto dello 0,6%. Anche la metallurgia, altro pilastro industriale, mostra segni di crollo, con il colosso Mechel sull’orlo della bancarotta. Il deficit statale per il 2025 potrebbe toccare i 62 miliardi di dollari, un livello insostenibile senza nuove entrate. Con oltre il 40% del bilancio destinato alla difesa, la Russia si trova a dover sacrificare spesa sociale e investimenti civili. L’unica strada percorribile sembra appunto essere l’aumento delle tasse, in particolare dell’Iva. Che, appunto, alimenterebbe ulteriormente l’inflazione e il malcontento.

Nel frattempo, nel cercare di raschiare il fondo della pentola la Russia cerca di riciclare anche i bambini ucraini. Secondo una nuova ricerca, trasferiti in oltre 200 diverse strutture in tutta la Russia. Otto diverse tipologie di strutture, che vanno dai campi estivi ai siti religiosi alle accademie militari, distribuite in tutta la Russia, sono state identificate nel rapporto del Laboratorio di Ricerca Umanitaria della Yale School of Public Health, pubblicato martedì. Lo studio, avviato su richiesta dell’Ucraina per comprendere meglio la reale portata della rete di strutture in cui sono detenuti i bambini, per aiutarli a tornare in patria, ha utilizzato fonti aperte intelligence, notiziari e documenti del governo russo, nonché immagini satellitari, il rapporto di Yale ha identificato 210 diverse località in cui vengono portati i bambini, a costruire droni per la guerra.

Alcuni vengono portati temporaneamente in alcune località, mentre ad altri viene concessa la cittadinanza russa e sono costretti all'adozione forzata. Nella maggior parte dei siti, i bambini seguono programmi di “rieducazione” per rafforzare in loro il patriottismo russo, che includono lezioni di storia russa e il canto dell'inno nazionale. Ma i più grandi sono stati inquadrati militarmente, con tanto di «addestramento al controllo dei droni e alle tattiche», e hanno partecipato a gare di tiro e lancio di granate. È il vecchio vizio comunista del lavaggio del cervello, che a Mosca non è mai passato di moda.

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