Israele "non consentirà l’ingresso di navi in una zona di guerra né la violazione di un blocco navale legittimo", ma resta disponibile a "qualsiasi accordo costruttivo per il trasferimento degli aiuti in modo legale e pacifico". Lo ha scritto su X il ministro degli Esteri Gideon Sa'ar, in riferimento all'iniziativa della Global Samud Flotilla, ribadendo la disponibilità di Tel Aviv a coordinare i rifornimenti umanitari verso Gaza nel rispetto delle regole di sicurezza.
Una nuova mano tesa che ha anche l'obiettivo di "smascherare" la missione pro-Pal, che fino a oggi ha rifiutato qualsiasi offerta sostenendo di volere arrivare fino a Gaza per forzare il blocco navale. Il governo italiano aveva proposto alla Flotilla di scaricare gli aiuti umanitari a Cipro, ottenendo un secco "no". Un rifiuto, sottolinea sempre Sa'ar polemicamente, che dimostra la vera natura della Flotilla e della sua missione "al servizio di Hamas". Se Flotilla davvero cercherà di arrivare fino in fondo, il rischio di "incidenti" sarebbe altissimo, con esiti anche drammatici.
"Le minacce" da parte di Israele "continueranno, ne siamo consapevoli ma non ci fermeremo" e anche Israele sa che "continueremo" la missione, è la risposta lanciata in conferenza stampa dall'attivista tedesca Yasemin Acar, che partecipa alla Flotilla. "Siamo nel momento più critico e dobbiamo essere ottimisti - prosegue Acar -. Apriremo il corridoio umanitario" con la Striscia di Gaza. Non ci saranno altre soste tecniche e ora tutte le "50 imbarcazioni continueranno dirette fino a Gaza. Israele ha provato a bloccarci più volte negli ultimi due anni ma sanno che non possono farlo perché siamo molto determinati", hanno assicurato gli attivisti.
"Ribadiamo - sottolineano in una nota i vertici della Flotilla - che la nostra missione rimane fedele al suo obiettivo originario di rompere l'assedio illegale e consegnare gli aiuti umanitari alla popolazione assediata di Gaza, vittima di genocidio e pulizia etnica. Qualsiasi attacco od ostruzione alla missione costituirebbe una grave violazione del diritto internazionale e un atto di sfida all'ordinanza provvisoria della Corte internazionale di giustizia che impone a Israele di facilitare gli aiuti umanitari verso Gaza. Continuiamo a chiedere al Governo una risposta netta, severa e seria, in linea con il diritto internazionale".
"Oggi - si legge ancora - gli attacchi israeliani a Gaza hanno già ucciso un totale di 30 persone - sottolinea il Global Movement to Gaza -. Il recente bombardamento di una abitazione familiare ha ucciso 11 persone tra cui anche bambini. Questa cifra è destinata a salire a fronte delle ultime incursioni dell'esercito israeliano in corso nel campo profughi centrale di Bureij e nel quartiere di Tal al-Hawa, a Gaza City. Dal 7 ottobre 2023 Israele ha ucciso almeno 65.419 persone e ne ha ferite 167.160. Si ritiene che migliaia di altre siano sepolte sotto le macerie".