Il principale timore all'indomani del «colpo del secolo», come è stato definito dalla stampa parigina il furto di otto gioielli esposti nelle vetrine “Napoleone” e “Sovrani francesi” della galleria di Apollo del Louvre, è che i singoli pezzi, dal valore patrimoniale inestimabile, vengono smontati, ritagliati e rapidamente venduti nel mercato illegale. «È una corsa contro il tempo», avvertono storici ed esperti di gioielleria terrorizzati all'idea che il diadema appartenente all'imperatrice Eugenia, moglie di Napoleone III, decorato con 212 perle e 1998 diamanti, e il collier delle regine Maria-Amalia e Ortensia, composta da 8 zaffiri e 631 diamanti, i due pezzi più importanti della refurtiva, spariscano per sempre. «Se questi gioielli non vengono ritrovati al più presto, scompariranno, questo è certo», ha dichiarato all'Afp Vincent Meylan, storico specializzato in gioielli. «Rischiamo di perdere pezzi della storia di Francia», ha aggiunto Pierre Branda, direttore scientifico della Fondazione Napoleone.
I pezzi d'oro dei gioielli potrebbero anche essere fusi e poi venduti con estrema facilità, dato che il prezzo dell'oncia d'oro è attualmente alle stelle, a oltre 4.300 dollari. Per ritrovare gli otto pezzi (il nono che era stato rubato, la corona dell'imperatrice Eugenia, è stato abbandonato durante la fuga dai quattro banditi e ritrovata dalla polizia domenica stessa), sono stati mobilitati una sessantina di agenti. Non poteva mancare, dati i tempi, lo psicodramma a sfondo israeliano: la direzione ha dovuto smentire di aver chiesto aiuto alla società Cgi Group, sede a Tel Aviv e leader mondiale del settore sicurezza.
Clamorosa rapina al Louvre: "Rubati i gioielli di Napoleone", fuga in scooter
Nella mattina di domenica, il Museo del Louvre di Parigi è stato teatro di una clamorosa rapina, costringendo le ...Le polemiche, intanto, si concentrano sulle gravi falle nella sicurezza, che hanno permesso a quattro individui travestiti da operai di compiere un furto durante l'orario di apertura del museo. Un rapporto della Corte dei conti preparato nelle scorse settimane e rivelato ieri da France Info denuncia mancanze «considerevoli» e «persistenti» nella sicurezza del museo parigino, nonostante le promesse fatte da Emmanuel Macron lo scorso 28 gennaio, quando aveva presentato il maxi-piano di modernizzazione del Louvre (700-800 milioni di euro su dieci anni). Secondo il rapporto, nell'ala Denon, dove si trovano la galleria di Apollo ma anche la Gioconda, un terzo delle sale non dispone di telecamere di sorveglianza. La Corte dei conti, nel documento, deplora anche la mancanza di volontà della direttrice del museo, Laurence des Cars. Nonostante un budget operativo annuale di 323 milioni di euro, «gli importi impegnati sono modesti rispetto alle esigenze stimate», si legge nel rapporto.
Secondo le informazioni del Monde, la direttrice del Louvre ha riunito domenica alle 14.30 il personale del museo per fare il punto sull'accaduto. Ma durante il suo discorso sarebbe stata pesantemente fischiata dai dipendenti, secondo cui la carenza di risorse e la mancanza di lungimiranza sarebbero all'origine dei problemi di sicurezza. «Il Louvre è chiuso. Gli agenti avevano lanciato l'allarme. Chiedo spiegazioni alla direzione e hanno deciso di scioperare. Hanno il mio pieno sostegno», ha scritto ieri su X lo storico Éric Anceau.
Il 16 giugno scorso, un altro lunedì, il Louvre è rimasto chiuso per lo sciopero spontaneo dei dipendenti contro la direttrice per l'insufficienza di personale dinanzi alla grande affluenza di visitatori. Ieri, per il secondo giorno consecutivo, il Louvre non ha aperto al pubblico. Secondo quanto riferito al Monde da un dipendente del Louvre, la galleria di Apollo, presa di mira domenica, è attualmente sorvegliata da cinque agenti, invece dei sei tradizionali. E durante la prima pausa mattutina, che dura trenta minuti, sono solo in quattro: esattamente la finestra di tempo sfruttata domenica dai malviventi per agire.
«Sappiamo bene che i musei francesi sono molto vulnerabili», ha ammesso il ministro dell'Interno Laurent Nuñez, che ieri ha presieduto una riunione di crisi, dopo la quale ha chiesto a tutti i prefetti di rafforzare i dispositivi culturali di sicurezza intorno agli istituti. Jean-Philippe Tanguy, deputato del Rassemblement national (Rn) e braccio destro di Marine Le Pen, ha aggravato con un messaggio su X la già fragile posizione di Laurence des Cars (molti chiedono le sue dimissioni e domani sarà sentita in commissione Cultura al Senato).
Tanguy ha infatti riesumato un articolo di marzo del Canard enchaîné, dove il settimanale sforna-scoop francese rivelava che la direttrice del Louvre aveva sborsato 497mila euro di fondi del museo per una cucina e una sala da pranzo personale. I lavori erano stati giustificati dalla necessità di uno spazio più tranquillo ed elegante rispetto alla vecchia cucina situata sotto la Piramide del Louvre. «Non c'erano soldi per mettere in sicurezza il Louvre», ha attaccato il deputato Rn, «ma ce n'erano 500mila per allestire una cucina e una sala da pranzo per la direttrice».