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Marsiglia vieta un film sul Sacro Cuore ma cede terreni per la nuova moschea

Polemiche per la mancata proiezione di una pellicola giudicata «confessionale» dal Comune. Il sindaco si mostra molto più amichevole nei confronti degli islamici
di Andrea Morigisabato 25 ottobre 2025
Marsiglia vieta un film sul Sacro Cuore ma cede terreni per la nuova moschea

3' di lettura

Al sindaco socialista di Marsiglia, Benoît Payan, la proiezione di un film sul Sacro Cuore di Gesù in un edificio comunale della città focese sembra un’iniziativa inopportuna. A suo parere non sarebbe abbastanza rispettosa della legge francese sulla laicità del 1905, nonostante l’approvazione da parte della commissione statale che esamina la decenza delle opere cinematografiche.

Pertanto due giorni fa 336 persone, in attesa di assistere allo spettacolo al Castello della Buzine, si sono viste sbarrare la strada e le porte dai gendarmi mandati direttamente dal primo cittadino.

La giustificazione arriva a stretto giro di posta: è un’opera «di natura confessionale» e quindici sarebbe soltanto una questione giuridica alla base della deprogrammazione, ma non si tratta affatto di un divieto alla sua diffusione o di una limitazione della libertà d’espressione o di culto, perché i cittadini possono andare liberamente al cinema Pathé Madeleine, che lo propone tutti i giorni nelle sue sale. Lo spiega un lungo comunicato stampa del municipio, diramato agli organi d’informazione dopo la reazione degli esponenti della destra, delle associazioni cattoliche e degli autori e registi del docu-film, Sabrina e Steven James Gunnell, che denunciano la censura come l’ennesimo atto di cristianofobia. Martine Vassal, presidente dell’area metropolitana di Aix-Marseille-Provence non comprende la decisione, perché «rinnega la nostra storia».

Eppure, ricorda la nota del Comune, anche le ferrovie e l’azienda di trasporto pubblico di Parigi hanno rifiutato di esporre la pubblicità del film. In effetti, nei giorni scorsi, le locandine pubblicitarie dell’opera erano state proibite nelle stazioni e sui treni, per il timore che la propaganda religiosa potesse turbare i viaggiatori.

Così la pellicola dedicata alle apparizioni a santa Margherita Maria Alcoque nel monastero di Paray-le-Monial, nella Francia del secolo XVII, ha intrapreso anche una salita al Calvario. Che come ogni Via Crucis che si rispetti, tuttavia, al botteghino, sembra coronata dal successo. Dal 1° ottobre, quando è comparso in 336 schermi francesi, al giorno 22, il film è stato visto da 193.553 persone. Strano che 350 anni dopo, il messaggio della devozione cattolica sprigioni così tanta energia. È il fallimento delle politiche laiciste e rispettose di tutte le diversità tranne quella della tradizione cattolica. La sensibilità alle tematiche religiose si diffonde fra il popolo, ma non al vertice dello Stato. Era già accaduto quando re Luigi XIV aveva rifiutato di consacrare la Francia al Sacro Cuore di Gesù, come richiesto nella rivelazione privata. Solo secoli più tardi, sulla collina parigina di Montmartre, sarebbe stata eretta la Basilica del Sacro Cuore.

A titolo di riparazione per l’offesa alla fede popolare, il senatore Stéphane Ravier ha annunciato ieri un ricorso al tribunale amministrativo di Marsiglia contro la sospensione della proiezione. Non basterà a cancellare l’affronto né la memoria del ben diverso trattamento riservato dalle istituzioni ai musulmani.

Nel luglio scorso, su proposta dello stesso sindaco, il consiglio comunale della città focese aveva venduto un terreno di 4.880 mq alla locale comunità islamica per procedere alla costruzione di una nuova moschea. E lo stesso Payan, nel marzo scorso, alla fine del mese di Ramadan, era andato a fare campagna elettorale fra i fedeli musulmani. Ai quali si era rivolto con parole che apparivano di piena sottomissione all’islam: «Non dovete ringraziarci, perché ve lo dobbiamo».