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Putin, l'uomo nuovo per le trattative è nato in Ucraina e ha studiato a Stanford

di Carlo Nicolatovenerdì 21 novembre 2025
Putin, l'uomo nuovo per le trattative è nato in Ucraina e ha studiato a Stanford

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Il 18 febbraio scorso alti funzionari russi e americani si sono incontrati a Riad per la prima volta dall’inizio della guerra in Ucraina, per preparare un possibile incontro tra il presidente americano Donald Trump e il presidente russo Vladimir Putin, cosa effettivamente avvenuta sei mesi più tardi. Della delegazione russa faceva parte anche Kirill Dmitriev, emissario del Cremlino che in questi giorni sta facendo parlare di sé per il piano di pace in 28 punti stilato con la Casa Bianca.

Per arrivare a tale risultato Dmitriev era stato spedito negli Usa all’indomani della telefonata tra il Segretario di Stato americano Marco Rubio e il ministro degli esterri russo Sergej Lavrov che fece saltare il secondo possibile incontro tra i leader. Qualcuno disse che tale mossa sarebbe stata il prodromo di un futuro avvicendamento al ministero degli Esteri russo, ma per il momento Dmitriev si deve accontentare della notorietà mondiale. In America si era già fatto un nome sia come stretto collaboratore dello zar, tanto che nel 2022 era stato inserito insieme al fondo sovrano che dirige nella lista dei sanzionati, sia come sostenitore MAGA, rilasciando diverse interviste in cui si erano dedicato alla diffusione della propaganda nazionale. Persona più adatta, Putin non poteva trovare. Nato nel 1975 a Kiev da una famiglia di scienziati sovietici, nel 1989 il giovane Kirill si trasferì negli Stati Uniti nell’ambito di uno scambio culturale dimostrandosi uno studente eccezionale.

Conseguì una laurea triennale in Economia presso la Stanford University e un MBA presso la Harvard Business School, dove ottenne anche la lode. A 25 anni, aveva già esperienze lavorative importanti presso la McKinsey & Co. e la Goldman Sachs, credenziali che lo misero in luce nelle alte sfere russe: finì prima a dirigere il Delta Private Equity, fondo russo-americano fondato da Bill Clinton per rilanciare l’economia russa, poi rientrò a Mosca con un documento d’identità da ufficiale militare russo. Negli anni 2000 il profilo di Dmitriev combinava la raffinatezza occidentale con il silenzioso sostegno dei “siloviki” (élite della sicurezza) di Mosca, prefigurando il suo successivo ruolo ai vertici cui arrivò con un colpo di genio.

Dopo una breve esperienza in Ucraina a dirigere la Icon Private Equity, riuscì ad entrare nella cerchia ristretta di Putin attraverso un matrimonio strategicamente vantaggioso, quello con Natalia Popova, la migliore amica della figlia minore del presidente russo, Katerina Tikhonova. Tramite Popova, fu presentato a Tikhonova che a sua volta presentò Dmitriev a Sergej Ivanov, il Capo di Gabinetto di Putin. I risultati furono immediati. Nello stesso anno fu creato il Fondo Russo per gli Investimenti Diretti la cui direzione fu affidata a Dimitriev. Ci sono voluti però 14 anni di gavetta perché Putin lo promuovesse a ruoli politico-diplomatici mandandolo in giro con la scusa degli investimenti finanziari. Il piano per la pace in Ucraina in 28 punti è forse un azzardo, ma se per caso dovesse funzionare di Kirill sentiremo parlare ancora.

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