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Ucraina, la bordata di Salvini: "Mazzette per pagarsi le mign***"

lunedì 24 novembre 2025
Ucraina, la bordata di Salvini: "Mazzette per pagarsi le mign***"

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Le mazzette ucraine "usate per pagare le mig***te". L'espressione, brutale, è di Matto Salvini e riassume in maniera efficace tutti i dubbi avanzati dalla Lega sul finanziamento europeo all'Ucraina.

La battuta si riferisce allo scandalo corruzione che ha travolto il governo di Kiev, obbligando lo stesso presidente Volodymyr Zelensky a "dimissionare" alcuni ministri della squadra. Una vicenda assai torbida che rischia di compromettere l'autorevolezza e la reputazione del leader in un momento cruciale per raggiungere la pace. Una storiaccia che ha ripercussioni, però, anche sul piano politico interno, come fatto notare dal vicepremier e ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture.

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"Hanno attaccato la Lega quando abbiamo chiesto del destino dei soldi in Ucraina - ha ricordato Salvini in un suo intervento pubblico a Castelcovati, in provincia di Brescia -. Un pensionato o un disoccupato di Brescia si chiedono se il loro stipendio o la loro pensione contribuisce a proteggere dei bambini o se invece gli ucraini si pagano le mig***te e le ville all'estero. Se é così io non ci sto". "Pare - ha aggiunto - che almeno 100 milioni di dollari destinati ai bambini ucraini siano finiti in giri di prostituzione e corruzione".

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La polemica si inserisce come detto in un momento di svolta per le trattative di pace. Domenica pomeriggio è andata in scena la solidarietà dei partiti europeisti dei due Poli in piazza Esquilino a Roma, dietro la basilica di Santa Maria Maggiore. Una manifestazione indetta dagli ucraini che vivono in Italia in ricordo dell'Holodomor, la carestia indotta da Stalin tra il 1932 e 1933, che sterminò milioni di ucraini. Presenti esponenti di Forza Italia, Noi Moderati, Pd, +Europa, Italia Viva e Azione, con tutti che hanno espresso un concetto: il piano di Trump così com'è stato formulato (fino al summit di Ginevra) significa la fine non solo dell'Ucraina ma anche dell'Ue. La delegazione più numerosa è stata quella del Pd, con Paolo Gentiloni, Pina Picierno, Filippo Sensi, Walter Verini, Silvia Costa, Lia Quartapelle, ma non c'è stata l'adesione ufficiale del partito come pure avevano chiesto alla segreteria Sensi e altri. Adesione ufficiale giunta invece da Fi, presente con Paolo Emilio Russo e Alessandro Battilocchio.