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Afghanistan, il figlio di Bin Laden e il portavoce di Al Qaeda sarebbero tornati in libertà

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Secondo il quotidiano, al-Rai, sarebbero stati rilasciati dalle autorità a seguito della liberazione del console iraniano di Peshawar

bonfanti ilaria
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Il portavoce di al-Qaeda, Suleiman Abu Gheith, il figlio di Osama Bin Laden, Saad, e persino il terrorista egiziano, Saif al-Adel, sono ritornati in Afghanistan per combattere tra le fila del gruppo terroristico a cui appartengono dopo aver trascorso quasi otto anni di detenzione in Iran. Ad annunciarlo è il giornale kuwaitiano, 'al-Rai', che cita fonti bene informate di Teheran. Il quotidiano confermerebbe quindi la notizia, già divulgata due giorni fa da alcuni membri di al-Qaeda attraverso un messaggio postato su due importanti forum jihadisti sul Web. Le autorità iraniane avrebbero infatti rilasciato i tre alti dirigenti di al-Qaeda, insieme a un numero imprecisato di altri terroristi del gruppo e loro familiari, in Iran dal 2002, quando sono stati catturati mentre tentavano di lasciare l'Afghanistan dopo i primi raid americani. E, anche secondo la versione fornita dal principale quotidiano kuwaitiano, che segue la vicenda da vicino, la scarcerazione dei capi di al-Qaeda sarebbe avvenuta nell'ambito di uno scambio di prigionieri tra il gruppo terrorista e le autorità di Teheran. Sarebbe la conseguenza della liberazione del console iraniano di Peshawar, rapito dai terroristi nel novembre del 2009 e rilasciato lo scorso marzo. Si parla solo ora della scarcerazione di Abu Gheith e del figlio di Bin Laden perché l'accordo prevedeva che la liberazione dei terroristi di al-Qaeda avvenisse in tre fasi. Tra i membri di al-Qaeda liberati ci sarebbero anche diversi dirigenti egiziani e sauditi del gruppo. Si ritiene, inoltre, che il primo gruppo di terroristi scarcerati sia quello guidato da Saad Bin Laden, il secondo, invece, da alcuni jihadisti sauditi ed egiziani e il terzo da Abu Gheith. Quest'ultimo, noto come portavoce ufficiale di al-Qaeda tra la fine degli anni Novanta e il 2002, era scomparso in circostanze misteriose dopo l'invasione americana dell'Afghanistan e, solo di recente, si era parlato della sua presenza nelle carceri iraniane. Nato in Kuwait nel 1965, ha sei figli che vivono nel paese arabo e si è visto ritirare la cittadinanza dal governo di Kuwait City, nel 2003, per avere assunto un ruolo guida nel gruppo terroristico. Secondo quanto hanno rivelato, nei giorni scorsi, i membri dei forum jihadisti, tra i liberati di al-Qaeda ci sarebbe anche la moglie di Ayman al-Zawahiri e lo sceicco egiziano Muhammad al-Islamboli, fratello di Khaled al-Islamboli, l'assassino del Presidente egiziano Anwar Sadat. "Alcuni capi dell'organizzazione terroristica di al-Qaeda, detenuti nelle carceri iraniane dal 2002, sarebbero stati liberati di recente dalle autorità di Teheran". Secondo la versione fornita dagli uomini di al-Qaeda, alcuni tra i più importanti esponenti del gruppo fondato da Osama Bin Laden sarebbero riusciti a ottenere di nuovo la libertà e avrebbero già raggiunto i loro compagni nella zona di confine tra Afghanistan e Pakistan."Dopo aver avuto l'autorizzazione a divulgare la notizia - si legge nel messaggio - vi forniamo alcuni particolari circa la comunicazione diffusa dai fratelli sui forum al-Shumukh e Hanein. Vi diciamo che è tutto vero e che tutti i fratelli detenuti in Iran sono stati liberati nell'ambito dello scambio fatto con gli sciiti dopo il sequestro di un loro diplomatico". Nel messaggio si fa riferimento proprio al diplomatico iraniano, rapito nel 2008 a Peshawar, in Pakistan, e liberato il 30 marzo scorso in un'operazione dei servizi segreti di Teheran. Gli utenti dei siti jihadisti promettono che nella giornata di domani verranno forniti ulteriori particolari sulla vicenda.

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