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Giorgia Meloni, "tra poche ore...". Indiscrezione esplosiva da Bruxelles

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Agenda fittissima per Giorgia Meloni a Bruxelles. Nelle ultime ore si è diffusa la voce di un possibile faccia a faccia tra la premier italiana e il presidente francese Emmanuel Macron. E' la stessa Meloni a fornire una mezza conferma alla indiscrezione: "Sono in contatto con Macron, vediamo. Vedo adesso il premier polacco Mateusz Morawiecki e ho in programma un incontro con il primo ministro greco, forse allargato anche ad altri Paesi sulle materie della governance". In ogni caso, incontri bilaterali "pesanti" a margine del Consiglio Ue che si concluderà venerdì.

 

 

 

Macron, alle prese con una Francia ancora più furiosa dopo l'intervista con cui il presidente ha confermato la riforma delle pensioni (per tutta la giornata si sono registrati nel paese violentissimi scontri di piazza tra protestati e forze dell'ordine), potrebbe dover comunicare formalmente alla Meloni anche la decisione sul nuovo ambasciatore francese a Roma. La scelta dell'Eliseo sarebbe caduta sul diplomatico Martin Briens, almeno secondo l'indiscrezione dell'edizione europea di Politico.com, che cita due funzionari del Quai d'Orsay e una fonte del governo.

 

 



Briens dovrebbe succedere a Palazzo Farnese al collega Christian Masset, che era in carica nella Capitale dal 2017. Il prossimo ambasciatore francese in Italia è stato ex vicecapo gabinetto di Laurent Fabius al Ministero degli Esteri francese, poi direttore del gabinetto civile e militare di Florence Parly al ministero della Difesa dal 2017 al 2022. In lizza per la successione di Masset a Roma c'erano Sylvie Goulard, di ritorno al Quai d'Orsay dopo la sua uscita dalla Banque de France, e Charles Fries, vicesegretario generale per la politica di sicurezza e difesa comune al Servizio europeo per l'azione esterna (SEAE). Un curriculum, quello di Briens, prestigioso: dopo i "canonici" studi all'Alta scuola di amministrazione ENA, il diplomatico è stato nelle sedi francesi a Pechino e Washington, poi è stato nominato vice-rappresentante permanente della Francia presso le Nazioni unite a New York, rientrando a Parigi alla fine del primo mandato di Macron. Era stato candidato anche alla direzione della DGSE, i servizi francesi competenti per l'estero. Dallo scorso autunno e fino alla settimana scorsa, è stato invece impegnato sugli Stati Generali della diplomazia, al lavoro sulla riforma che riguarda i dirigenti della funzione pubblica. Una riforma, anche questa, contestatissima dai diretti interessati.

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