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Ursula von der Leyen pronta a tutto: "Produrre armi come vaccini"

Roberto Tortora
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Una chiamata alle armi vera e propria per l’Europa, anzi, una chiamata all’acquisto delle armi, per dare all’Ucraina le difese che servono e per cercare di fermare la Russia in tutti i modi. È un input venuto dall’alto, ma è rilanciato anche dall’Italia. La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha dato, infatti, questo messaggio nel suo ultimo intervento: “L’Europa si deve svegliare e anche in fretta. Dobbiamo muoverci velocemente". 

E ancora: "La minaccia di guerra potrebbe non essere imminente, ma non è impossibile. I rischi di una guerra non dovrebbero essere esagerati, ma dovrebbero essere preparati. E tutto ciò inizia con l’urgente necessità di ricostruire, rifornire e modernizzare le forze armate degli Stati membri. L’Europa deve spendere di più, spendere meglio, spendere in modo europeo. Presenteremo - spiega la von der Leyen - alcune proposte nelle prossime settimane con la prima strategia europea di difesa industriale. Uno degli obiettivi centrali della strategia, e del Programma europeo di investimenti nel settore della difesa che ne conseguirà, sarà quello di dare priorità agli appalti congiunti nel settore della difesa, potenziando la nostra capacità industriale nei prossimi cinque anni. Proprio come abbiamo fatto con i vaccini o con il gas naturale”.

 

A fargli eco, nell’ultimo question-time alla Camera, è il nostro Ministro della Difesa, Guido Crosetto: “Dopo il vertice di Vilnius, la percentuale di spesa per la difesa del 2% del PIL non è un punto di arrivo, ma di partenza e l'Italia continua a spendere sempre meno, cosa che non mi rende felice: nel 2020 la spesa è stata dell’1,59%, nel 2021 dell’1,57%, nel 2022 è scesa all’1,51%, nel 2023 all’1,46. E nel 2024 scenderà probabilmente ancora. Non sono un capriccio del ministro di turno gli investimenti nella Difesa, ma parte dell'obbligo fondamentale di difendere la nazione, non soltanto da minacce militari dirette. La nostra economia - osserva Crosetto - si difende anche prevenendo e contrastando gli attacchi degli Houthi nel Mar Rosso, che danneggiano import ed export e mettono a rischio le nostre navi commerciali e i posti di lavoro portuali. Anche portare in volo i bambini di Gaza in Italia è parte delle spese per la difesa, così come stabilire rapporti politici e diplomatici in Africa. La nostra libertà ha un costo. Dunque, procedere in questa direzione non è segno di un orientamento bellicista, ma di un investimento in pace e stabilità.

 

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