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Stefano Apuzzo, l'ecologista che gioisce per la morte di Matteoli: chi è l'autore del blitz al Duomo

Andrea Muzzolon
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La bandiera palestinese sulla facciata del Duomo è solo l’ultima di una lunga serie di bravate e insulti che portano la firma di Stefano Apuzzo. Napoletano, classe 1966, viene da una storia di militanza giovanile fra i comunisti, per poi saltellare da un partito all’altro nella sinistra. Prima i Verdi - di cui è stato deputato dal ’92 al ’94- poi il Pd, Liberi e Uguali, fino alla candidatura alle regionali lombarde con la lista di Giorgio Gori e il ritorno all’ovile di Bonelli.

Il vessillo della Palestina esposto sulle guglie del Duomo segue quanto fatto dallo stesso Apuzzo lo scorso 23 maggio: sfuggito alla sorveglianza della Camera dei Deputati, aveva scavalcato una finestra e raggiunto il balcone centrale da un cornicione. Anche in quel caso, aveva srotolato una grande bandiera palestinese che era stata prontamente rimossa dalla sicurezza. Un rapporto complicato quello con i balconi: nel 1995, nel fiore della sua carriera da eco-talebano, si era arrampicato su quello dell’ambasciata francese per esporre uno striscione di protesta contro gli esperimenti nucleari del presidente Chirac. Nel 2017, mentre era assessore al Verde del comune di Rozzano, proprio il suo ambientalismo militante lo aveva portato a scrivere Facebook frasi indegne contro l’ex ministro Altero Matteoli, morto in un drammatico incidente d’auto all’età di 77 anni: «L’ex ministro dell’Ambiente? Un uomo di m... mort e bbuon! Un ignorante di rara fattura».

Mollato un po’ il colpo sulla questione ambientale, ha indossato il turbante e si è dato all’attivismo pro Palestina: dai viaggi in Cisgiordania alle provocazioni contro la Brigata Ebraica, non si è fatto mancare proprio nulla. Come un ragazzino qualsiasi appena uscito dal centro sociale, ha cosparso le sue pagine social di odio contro lo Stato ebraico. Passando da un post all’altro si leggono insulti alla «lobby ebraica» e inviti a combattere il sionismo «nemico dei lavoratori di tutto il mondo». Non può mancare poi l’esaltazione di quanti hanno messo sottosopra le università in questi ultimi mesi: «Polimi Milano occupato, Politecnico liberato dai fascio sionisti».

Nel manuale del perfetto compagno, fra ambientalismo estremo e odio verso Israele, non può ovviamente mancare il mantra del fascismo. Ecco quindi che, da buon intollerante, su Instagram ha esultato per alcuni manifesti stracciati all’eurodeputato di FdI Pietro Fiocchi: «Il fascista cacciatore, produttore di cartucce e fucili. Ma almeno il suo (manifesto, ndr) è stato strappato da mani gentili e antifasciste! » Eppure, nonostante questo po’ po’ di curriculum, la carriera di Apuzzo non si è limitata alla sola politica. Nei panni del giornalista, si è guadagnato una segnalazione al Consiglio regionale dell’Ordine della Lombardia per aver ripreso con una telecamera nascosta Silvio Berlusconi mentre svolgeva i servizi sociali alla casa di riposo Sacra Famiglia. Un vero e proprio disturbatore di professione.

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