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I Cinque Stelle in Europa? Sono in combutta con i rossobruni tedeschi: l'ultima sterzata

di Andrea Morigi domenica 30 giugno 2024

3' di lettura

Perfino la Cina e la Russia hanno speranze di essere ben rappresentate nel nuovo emiciclo di Bruxelles. Se ci riusciranno, sarà grazie a un’inedita alleanza fra i loro più fedeli sostenitori, sparsi in numerosi partiti e Paesi europei e tutti dichiaratamente ostili- benhé nel nome della “pace” - ai finanziamenti verso il governo di Kiev che da oltre due anni resiste all’invasione mili tare russa.

Il Movimento cinque stelle al Parlamento europeo starebbe infatti lavorando per creare un nuovo gruppo assieme ai rossobruni di Sahra Wagenknecht e allo Smer slovacco. Lo apprende LaPresse da fonti M5S vicine al dossier. Si potrebbe realizzare così, sotto altre forme, il piano del Cremlino che, secondo fonti di intelligence di un Paese europeo, di favorire una alleanza fra Die Linke e AfD in nome del pacifismo e contro la guerra in Ucraina. Almeno una persona vicina all’allora deputata di Die Linke Wagenknecht e diversi esponenti dell’AfD erano stati in contatto con funzionari russi nel periodo in cui il piano veniva attuato, quando si era svolta una riunione al Cremlino per lanciare il programma, e novembre del 2022. Il 25 febbraio del 2023, 13mila persone si erano riunite alla Porta di Brandeburgo, a Berlino, per chiedere lo stop all’invio di armi all’Ucraina sotto la guida di Wagenknecht. Ad ascoltarla, c’erano anche Jürgen Elsässer, editore della rivista dell’estrema destra Compact, che aveva appena dedicato una copertina a Wargenknecht, «la migliore cancelliera, una candidata per la sinistra e la destra», e decine di esponenti dell’AfD.


Nel nuovo assetto, sarebbero già sei le delegazioni di sei diversi Paesi (per lo più monocomponenti come quella greca di Pléfsi Eleftherías, nata da una costola di Syriza) e ne basterebbe uno per arrivare alla soglia dei sette Paesi. A quanto si apprende, il settimo componente sarebbe proprio lo Smer, che tuttavia ancora non ha sciolto la riserva. I socialdemocratici slovacchi del premier Robert Fico erano stati espulsi dal gruppo dei Socialisti e democratici per essersi alleati con l’estrema destra del Partito nazionale slovacco. Sui numeri già la somma degli 8 eurodeputati del M5s, dei 6 di Buendnis Sahra Wagenknecht (Bsw) e dei 5 dello Smer porta a 19. Gli altri quattro, necessari per arrivare alla soglia dei 23 membri, verrebbero dalle piccole formazioni che affollano il gruppo degli 87 non affiliati e non iscritti. Tra queste ci sarebbe il partito indipendentista catalano Junts (che fa capo al’ex presidente della Generalitat di Barcellona, attualmente in esilio, Carles Puigdemont) che in questa tornata è passato da tre a un solo eletto, Toni Comìn.


Se la conferma dello Smer dovesse arrivare, il M5s, che in passato aveva avuto un’alleanza con l’Ukip del britannico euroscettico Farage e che non è riuscito a entrare né nel gruppo dei socialisti, né dei Verdi, uscirebbe dalla compagine dei non-iscritti e avrebbe un gruppo con cui farsi valere all’interno delle commissioni e ottenere incarichi parlamentari che ai non affiliati non sono garantiti. La decisione comunque è in mano ai socialdemocratici slovacchi. «Vedremo cosa sceglieranno. Loro ufficialmente affermano di negoziare solo con S&D, ma si vocifera che potrebbero rivolgersi anche al nuovo progetto della destra di Visegrad con il partito ceco Ano di Andrej Babis e con Fidesz di Viktor Orbàn», commenta a LaPresse una fonte slovacca del Parlamento europeo.

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