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Commissione Ue, "preoccupazione per Rai e informazione in Italia". Pd e M5s esultano, Gasparri li stana

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La Commissione Ue esprime preoccupazione sulla governance della Rai e le interferenze politiche relative a essa. Da Bruxelles piove su Roma un autentico siluro che galvanizza le opposizioni e che solleva più di un (lecito) dubbio nel centrodestra sulla natura del report. 

"L'efficacia del sistema di governance nel garantire la piena indipendenza della Rai rappresenta una fonte di preoccupazione di lunga data in Italia. A questo proposito, gli stakeholder sottolineano la necessità di una riforma completa per garantire che la Rai sia meglio protetta dai rischi di interferenza politica", scrive la Commissione Ue nel capitolo dedicato all'Italia del rapporto sullo stato di diritto pubblicato oggi a Bruxelles.

"I media di servizio pubblico svolgono un ruolo cruciale nel panorama dei media - sottolinea il rapporto - e sebbene esistano regole volte a garantire che forniscano informazioni indipendenti e pluralistiche, ci sono diverse sfide in relazione alla loro governance e al sistema di finanziamento". La Commissione riporta poi di aver rilevato "preoccupazioni" anche sui fronti della par condicio e sulla "decisione del Governo, adottata con la Legge di Bilancio per il 2024, di ridurre il canone di abbonamento Rai e di compensare tale riduzione con l'erogazione di un finanziamento diretto aggiuntivo di 430 milioni di euro".

Il rapporto infine sottolinea le preoccupazioni espresse da alcuni stakeholder per quanto riguarda le nuove regole sulla par condicio, applicabili alle comunicazioni politiche e all'informazione trasmessa sulla Rai durante le elezioni del Parlamento Europeo del 2024. Queste regole permetterebbero ai candidati con un ruolo nel governo di avere più tempo in onda e visibilità rispetto ai candidati dei partiti di opposizione. "D'altra parte, il governo ha indicato che le attività di monitoraggio dell’Agcom avrebbero garantito la conformità con le regole della par condicio e che non vi erano indicazioni che ciò abbia avvantaggiato i candidati con ruoli di governo rispetto ad altri candidati".

Appena diffuso, il report è stato accolto con un misto di indignazione ed entusiasmo dal centrosinistra, che si ritrova così tra le mani una nuova arma polemica. "Non lascia dubbi la relazione annuale sullo stato di diritto nell'Ue: lo Stato di diritto in Italia è a rischio. L'Italia nel complesso ha ricevuto sei raccomandazioni dalla Commissione europea sul rispetto dello Stato di diritto e la libertà di stampa. Da subito il Partito democratico aveva lanciato l'allarme chiedendo un cambio di rotta sulla giustizia, sull'informazione, sul premierato e infatti nel rapporto, la cui pubblicazione era stata congelata alla vigilia del voto che ha portato alla rielezione di Ursula Von der Leyen, si legge che la modifica della Costituzione fa venir meno alcune delle prerogative del capo dello Stato", sentenzia in una nota l'eurodeputato del Pd Sandro Ruotolo. "Il governo italiano deve prendere atto e procedere immediatamente a cambiare rotta. Non ci sono più attenuanti: l'attacco all'indipendenza della magistratura e le leggi bavaglio, le querele temerarie e l'occupazione della Rai da parte del partito della Presidente del Consiglio Giorgia Meloni sono il segno tangibile dell'emergenza democratica del nostro Paese. La nuova legge che abroga il reato di abuso d'ufficio e limita la portata del reato di traffico d'influenza potrebbe avere, secondo Bruxelles, implicazioni per l'individuazione e l'investigazione di frodi e corruzione. Sulla Rai, dobbiamo adeguarci alle indicazioni europee a cominciare dall'applicazione del regolamento sui Media freedom act. Per Bruxelles sulla Rai il governo deve 'garantirne l'indipendenza' e 'finanziamenti adeguati'. A marzo scorso, nel voto finale sul Media Freedom Act, la delegazione di Fratelli d'Italia si era astenuta, e allo stesso modo non avevano sostenuto i vari rapporti della commissione speciale contro le interferenze, dove spesso erano menzionati i temi della tutela dei giornalisti. E anche la Lega di Matteo Salvini aveva avuto identico atteggiamento. Il rischio, insomma, è che diventiamo sempre più una democrazia a rischio e il posizionamento a destra di Giorgia Meloni isola sempre più l'Italia dal resto d'Europa". 

Stessa musica dal Movimento 5 Stelle, con Barbara Floridia, presidente della Commissione di Vigilanza Rai, che tuona: "Le leggi bavaglio e le proposte di carcere per i giornalisti rappresentano le punte dell'iceberg di una deriva illiberale e antidemocratica la cui responsabilità è tutta in capo a questo governo. Le querele bavaglio di ministri e addirittura di un intero partito di maggioranza nei confronti di giornalisti sono lì a dimostrarlo. C'è un allarme democratico davanti al quale serve una mobilitazione a tutela dell'articolo 21 della Costituzione". "Anche sulla Rai - prosegue - dall'Europa arrivano solo conferme sulla situazione inaccettabile di ingerenza della politica cristallizzata con la Legge Renzi del 2015. Serve una riforma che contrasti le interferenze della politica e risorse certe per il servizio pubblico in linea con i principi del Media Freedom Act europeo".

"Respingiamo al mittente le raccomandazioni che si dice provengano dalla Commissione Ue (quale Commissione? Visto che si deve rinnovare), in materia di informazione all'Italia - è la secca replica di Maurizio Gasparri, presidente dei senatori di Forza Italia nonché ex ministro delle Telecomunicazioni -. Siamo la culla della democrazia e del pluralismo. Si preoccupino piuttosto del fatto che in Germania i nazisti hanno preso il 16% dei voti e che in Francia i sostenitori di Hamas pretendono la guida del governo. Questi sono i pericoli per l'Europa. Non altri. Questi sedicenti rappresentanti di una Commissione che non c'è più si trovino qualcosa da fare. Il Commissario, immagino uscente, alla Giustizia che parla di monitoraggi, monitori soprattutto i giganti della rete, che stanno devastando l'economia, l'informazione e non pagano tasse. Uno che fa il Commissario alla Giustizia e non si accorge di questa ingiustizia è bene che allarghi i suoi orizzonti e si occupi di altre materie". 

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