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Raffaele Fitto, colpo da maestro: come sta sfasciando la sinistra

Tommaso Montesano
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Quando si dice il “karma”. Per due mesi l’opposizione ha gridato all’Italia «isolata», «divisa» e «imprigionata» a Bruxelles nella partita per le nomine europee. Ma ora sono proprio i partiti del centrosinistra ad essere l’uno contro l’altro dopo la designazione di Raffaele Fitto alla vicepresidenza esecutiva della Commissione Ue.

Il “campo largo” è alle prese con un dilemma: che fare con il commissario italiano in pectore? Far prevalere l’interesse nazionale, e la fedeltà alle famiglie europee di riferimento- alcune delle quali, come i socialisti e i liberali, hanno votato a favore del bis di Ursula von der Leyen -, oppure cedere al richiamo della foresta dell’opposizione al centrodestra? Il partito più tormentato è il Pd. L’europarlamentare Antonio Decaro, conterraneo di Fitto, ha subito tessuto le lodi del rivale: «Credo sia il meglio che potesse capitarci».

Un’apertura di credito non indifferente in vista dell’iter per l’approvazione della nuova squadra, che prevede per ogni componente del nuovo esecutivo un esame rigoroso da parte della commissione di competenza (ogni commissario avrà bisogno del sì dei 2/3 dei coordinatori in Decaro, naturalmente, ha passato la palla ai vertici dem, nella fattispecie al capo delegazione Nicola Zingaretti, che pur criticando lo spostamento a destra dell’asse della Commissione ha preso tempo: «Fitto si liberi dalla retorica anti-europeista del governo che lo ha indicato». Analoga cautela da parte della segretaria Elly Schlein - «ascolteremo Fitto in audizione»; dall’europarlamentare Stefano Bonaccini «Fitto dovrà, al pari degli altri commissari, rispondere alle domande che porremo. Dipenderà da lui, non da noi. Sarà misurato nel concreto sul suo tasso di europeismo» - e dal responsabile esteri Giuseppe Provenzano: «Ascolteremo Fitto in audizione, vedremo cosa dirà».

 

 

 

Parole di circostanza, espressione di una “non opposizione” a prescindere, che hanno irritato, e parecchio, Andrea Orlando, deputato e candidato del centrosinistra alla presidenza della Regione Liguria: «Dovremmo guardare alla nomina di Fitto con una certa preoccupazione». L’ex Guardasigilli non le ha mandate a dire ai colleghi: «Mettere nel gruppo di testa il rappresentante di un gruppo politico che è anti-europeo potrebbe rallentare il percorso dell’Europa verso la costruzione di un debito comune». Conclusione: «L’apertura di credito che si fa, anche nel Pd, la trovo azzardata».

Fin qui le divisioni tra i dem. Poi c’è il resto del campo largo. Alleanza verdi e sinistra ha già esplicitato la sua contrarietà a Fitto, bollato da Angelo Bonelli come «inadatto al ruolo». Quanto al Movimento 5 Stelle, la posizione di Giuseppe Conte è appena più sfumata: «Saremo consequenziali: non è una questione di nomi, ma di impianto politico della Commissione, a partire dall’approccio bellicista. Quindi la risposta sulla posizione del M5s è chiara e lineare». Gaetano Pedullà, vicecapodelegazione grillino, ha quindi accusato Fratelli d’Italia, che ha chiesto alle opposizioni un «atteggiamento responsabile», di «prostrarsi fino a pregare in ginocchio il voto favorevole di Verdi, Socialisti e Liberali a Fitto. State cercando un inciucio con la sinistra Ue».

PRIMI PASSI
E poi c’è Italia Viva, che invece è schierata - pur non avendo eletto eurodeputati- con Fitto. «Bisogna tifare per l’Italia e per l’Europa: Fitto oggi rappresenta l’Italia e l’Europa. Che faccia bene», ha detto Matteo Renzi, che poi ha ribadito: «Noi stiamo dalla parte di Fitto, perché è ciò che deve fare un Paese come l’Italia». Ieri il ministro per gli Affari europei ha mosso i primi passi a Bruxelles. In mattinata, Fitto ha incontrato il commissario europeo all’Economia uscente, Paolo Gentiloni. «Abbiamo avuto un utile e approfondito scambio di opinioni sulle prossime sfide dell’Unione europea e sull’avvio della nuova Commissione», ha scritto su X il commissario designato.

Poi, alle 16, insieme agli altri componenti della nuova squadra, Fitto ha partecipato al ricevimento a palazzo Berlaymont organizzato da von der Leyen per il nuovo governo Ue. «Ci vedremo tante volte. Non sono un uomo dalle molte dichiarazioni...», si è schermito alla fine della riunione l’esponente di Fratelli d’Italia, che comunque sui social ha definito «molto positivo» il meeting. La designazione di Fitto ha aperto una breccia anche nei giornali. Se Corriere della sera («Nasce l’Ursula bis, Fitto vince») e La Stampa («Comanda Ursula, premiato Fitto») hanno riconosciuto il successo del governo, la Repubblica ha voluto tenere il punto parlando di «vittoria di Pirro di Meloni»: «Vince Ursula, Italia più debole».

 

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