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Vaticano, lo scontro tra Papa Francesco e Joseph Ratzinger. Alessandro Meluzzi: "Carta canta e accusa"

di Eliana Giusto domenica 25 marzo 2018

2' di lettura

"Tra Ratzinger e Bergoglio non ci sarebbe nessuna vera divergenza. La cosa più singolare è che la lettura integrale del documento ratzingheriano ha un significato complessivo assolutamente opposto a quello che il monsignor Viganò ha voluto dare con la divulgazione del documento stesso", scrive Alessandro Meluzzi sul Tempo. Nella lettera non censurata di Benedetto XVI, il papa emerito "prende le distanze in maniera piuttosto radicale - anche nei contenuti teologici - dal pontificano bergogliano, facendo riferimento ad una parte dell'episcopato tedesco che aveva contrastato la visione ratzingeriana ortodossa e tradizionale della dottrina cattolica. Dalla pubblicazione censurata da Viganò sembra il contrario. Un pasticcio come, credo, non ne siano più accaduti nella pur travagliata storia della Chiesa, almeno dal Concilio di Trento ad oggi". Leggi anche: Vaticano, si è dimesso Monsignor Viganò, artefice della lettera tagliata di Ratzinger Per questo, continua Meluzzi, "monsignor Viganò ha fatto benissimo ad andarsene. Infatti, il grado di inopportunità della vicenda e lo sciagurato intervento di tagliare un documento papale, sebbene di un papa emerito, rappresentano un atto di arbitrio singolare tra le auguste mura vaticane". Papa Bergoglio dopo aver preso atto delle dimissioni del monsignore dal ruolo di Prefetto della Segreteria per la Comunicazione, "lo nomina - seduta stante - assessore della stessa Congregazione di cui il monsignor Ruiz assume il ruolo di prefetto. Nella Congregazione per la Comunicazione avremo così un ex assessore che diventa prefetto e un ex prefetto che diventa assessore. Questa passione per le diarchie sembra imperare in Vaticano in questo momento".  Insomma, "come ci sono due papi, così ci sono anche due responsabili della Segreteria per la Comunicazione: un po' come due consoli romani che si controllano l'un l'altro. Peccato che la presenza di due consoli portò molta sfortuna in qualche circostanza in epoca romana. Ricordiamo che la sconfitta della battaglia di Canne fu dovuta anche all'alternanza tra Lucio Emilio Paolo e Gaio Terenzio Varrone. Con due consoli che non vanno d'accordo e che si contraddicono ben si sa dove si va a finire. Certamente non è quello che auguriamo alla Chiesa cattolica, ma sicuramente questa vicenda di match tra due papi rimarrà nella storia della Chiesa". 

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