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Gianfranco Fini, Vittorio Feltri lo seppellisce: "Che figura di merda, ecco cosa ti accadrà"

di Giulio Bucchi domenica 28 gennaio 2018

3' di lettura

Gianfranco Fini, già presidente di Alleanza Nazionale e poi vicepresidente del Popolo delle libertà nonché presidente della Camera dei deputati, è oggetto con tutta la sua famigliola di una richiesta di rinvio a giudizio. Motivo? La famigerata casa di Montecarlo, ricevuta in eredità da una nobildonna bergamasca dal partito della destra e svenduto a due soldi al cognato dell' uomo politico, il quale dopo un po' lo ha ceduto, guadagnandoci assai, al prezzo giusto: elevato. Una grande porcheria che fu denunciata da me quando dirigevo il Giornale, suscitando le proteste (accompagnate da insulti) di Fini stesso. Seguirono polemiche a non finire, fui processato e condannato e al termine assolto per questioni collaterali. Per approfondire leggi anche:Fini e la Tulliani separati in casa Il prode Gianfranco ce l' aveva a morte con Berlusconi, il numero uno del partito. E si comprende. Tutti i numeri due aspirano a salire di un gradino. Fini si mise in testa di ascendere facendo fuori il capo profittando delle sue difficoltà giudiziarie. Egli andava in tivù e attaccava Silvio, scatenando gli applausi interessati della sinistra. Un putiferio. Liti continue tra i due galletti. Malumori, vendette covate, stracci volanti. Si dice che Fini abbia manovrato sotto acqua con Napolitano per far secco il Cavaliere e prenderne il posto. Non so cosa sia accaduto, ma le manovre fallirono. All' improvviso scoppiò la bomba: la casa di Montecarlo. La cui documentazione mi fu offerta da un collega. La esaminai e decisi di spararla in prima pagina. Fu subito scandalo. Gianfranco si giustificò in modo maldestro, noi del Giornale, grazie alle notizie raccattata da Gian Marco Chiocci, ora direttore del Tempo, montammo un tormentone devastante. Nessun collega della stampa e della tv ci prese sul serio. La maggioranza degli scribi strapazzò noi e difese la terza carica dello Stato. Una vergogna. Per approfondire leggi anche: Fini oltre la vergogna, tira in ballo le figlie Sono passati molti anni da quell' epoca funesta, e adesso salta fuori che avevamo ragione, tant' è che siamo arrivati alla richiesta di rinvio a giudizio. Troppo tardi per fare giustizia, signori miei. Il reato di riciclaggio non prevede che col tempo si estingua, causa prescrizione. In altre parole, se il processo tarda, non muore perché è invecchiato. Fini in qualche modo comunque la farà franca e a me non dispiace più di tanto. Mi basta sapere e che si dica apertis verbis la verità ossia che la casa di Montecarlo fu al centro di un pasticcio esattamente come noi lo raccontammo. Segnalo a Daria Bignardi, che in una sua puntata delle Invasioni Barbariche (in tv) tentò invano di incastrarmi quale persecutore di Gianfranco, la conclusione della faccenda. Questa: io ero nel giusto e lei aveva torto. Non mi aspetto le sue scuse, ma se andasse a nascondersi farebbe bene. Il quartierino monegasco fu oggetto di maneggi illegali, mentre i reportage del Giornale riflettevano la realtà. Una realtà truffaldina che ha rovinato la carriera, se non la reputazione, di un politico importante e ha gettato discredito sulla sua famiglia, un componente della quale è addirittura fuggito a Dubai, e se ne guarda dal rientrare in patria. A Fini non ho nulla di sgradevole da dire, tranne che poteva risparmiarsi questa figura di merda. di Vittorio Feltri

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