L'arte della televendita ha radici ben precise. Matteo Renzi ha affinato la sua tecnica in gioventù. Come? Vendendo giornali. Lo rivela Marco Lillo su Il Fatto Quotidiano, in cui si ricorda come 10-15 anni fa l'oggi premier si arrabattava per vendere quante più copie possibili dei quotidiani. Infatti, quella che oggi si chiama Eventi6 (la società di famiglia), al tempo si chiamava Chil e aveva come "core business" la distribuzione di quotidiani ed allegati in Toscana. Renzi, si dice, era tra i più bravi ad attirare i lettori, e la società era riuscita ad arrivare a distribuire fino a 10mila copie al giorno (tra i quotidiani Repubblica, Il Secolo XIX, Il Messaggero, Nazione, Resto del Carlino, Il Giorno). Chi ricorda il "Matteo strillone", sottolinea come fosse molto abile a motivare i dipendenti, facendoli sentire parte di una squadra. Renzi incontrava i suoi strillino davanti al garage Europa di Borgo Ognissanti a Firenze, dove arrivava ogni mattina alle sei con il furgone da Rignano sull'Arno, e consegnava alla sua squadra i pacchi di quotidiani da distribuire. Inoltre, il premier, stilava le cosiddette news, ossia circolari scritte di suo pugno in cui dava le pagelle ai suoi dipendenti e stabiliva a chi spettassero i premi di produzione.