Reggio Calabria, 29 gen. (Adnkronos) - Avevano ottenuto titoli edilizi illecitamente, indicando falsamente la zona in cui il complesso residenziale-turistico doveva essere costruito e violando la legge nelle procedure di variante alo strumento di fabbricazione del comune di Brancaleone. L'indagine della Guardia di finanza che ha portato al sequestro del "Gioiello del mare", del valore di duecento milioni di euro, prende le mosse dall'indagine Metropolis coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria. In particolare, il lavoro investigativo ha ricostruito le vicende amministrative che hanno interessato le procedure di esatta localizzazione degli interventi e di variante dello strumento urbanistico della zona interessata dagli interventi medesimi (da agricola a turistico commerciale). Tutte le irregolarità riscontrate hanno determinato la realizzazione di opere abusive di imponente portata dimensionale, parte delle quali anche in zona sottoposta a vincolo paesaggistico. I reati per cui si procede sono abuso d'ufficio, falsità ideologica in autorizzazione amministrativa delitti questi aggravati dalla finalità di agevolare l'attività della 'ndrangheta, oltre che reati paesaggistici e urbanistici. Le persone sottoposte a indagini sono: Antonio Antonio (50 anni) e Domenico Vitale (40), entrambi già destinatari di un'ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari nell'ambito dell'operazione Metropolis; Antonio Sebastiano Toscano (43 anni), Antonino Iriti (55); Carmelo Borrello (45).