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Il Corriere della Sera contro Scalfari: "Cosa c'è di fascista in Renzi?"

Della Loggia si scaglia contro il fondatore di Repubblica, che ha paragonato l'ascesa di Renzi a quella di Mussolini: "Che cosa c'è di nero in tutto ciò?"
di Andrea Tempestini domenica 29 dicembre 2013

2' di lettura

A sculacciare Eugenio Scalfari ci pensa il Corriere della Sera con Ernesto Galli Della Loggia, che nel suo editoriale premette: "Da sessant'anni il fascismo ci fa compagnia". Questo perché "da sessant'anni il fascismo è presente nel nostro discorso pubblico come un comodo (e dunque adoperatissimo) termine di paragone negativo a disposizione per giudicare sbrigativamente uomini e cose". Un termine che, appunto, è stato sfruttato dal fondatore di Repubblica quando, continua Della Loggia, "domenica scorsa ha scritto che l'impetuosa ascesa di Renzi, la sua figura e l'attesa che suscita gli ricordano pericolosamente il bisogno di un capo, di un uomo della provvidenza: in poche parole Mussolini e il fascismo". E ancora, scrive il Corsera su Scalfari: "Non di un capo l'Italia ha però bisogno, egli ci ammonisce, bensì di un leader: che è cosa ben diversa". Della Loggi chiosa rivolgendosi a Barbapapà: "Proprio tanto diversa non direi, per la verità". Il vizietto di Barbapapà - Nell'editoriale, lo storico dice di Renzi che è "capace altresì di coinvincere, di trascinare, anche di entusiasmare, perché dotato di quella misteriosa qualità individuale che si chiama carisma". Quindi si chiede: "Che cosa c'è di fascista in tutto questo? Io non lo vedo. E che cosa c'è mai di fascista nel fatto che una collettività in un momento di crisi grave, di incertezza profonda circa il proprio futuro, desideri un capo (pardon: una guida) di tal fatta?". L'editorialista, dopo un excursus storico, conclude spiegando che "Renzi per ora è poco più di una promessa, il suo ruolo di leader nazionale deve essere ancora collaudato". Ma ribadisce: "In ogni caso, però, è difficile vedere nel vasto favore che egli riscuote il desiderio o il pericolo di qualche forma di regime autoritario". Un vizietto, quello di Scalfari, ossia vedere fascisti ovunque. Proprio come negli ultimi vent'anni, una settimana sì e l'altra pure, ha tacciato di tendenze fasciste Silvio Berlusconi.

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