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Processo Ruby, lunedì la sentenza: sesso, intercettazioni, soldi, tutte le accuse contro Berlusconi

di Giulio Bucchi domenica 23 giugno 2013

Ruby Rubacuori

3' di lettura

Sei anni di carcere e l'interdizione perpetua dai pubblici uffici: domani, lunedì 24 giugno, sapremo se i giudici del Tribunale di Milano accoglieranno le richieste durissime dei pm del processo Ruby a carico di Silvio Berlusconi con le accuse di concussione (o meglio, induzione indebita) e prostituzione minorile. La sentenza di primo grado, attesissima, non è forse quella destinata ad avere ripercussioni politiche più pesanti. E' quella definitiva del processo sui diritti tv, attesa ad ottobre, che potrebbe far saltare il governo Pd-Pdl. Il processo Ruby, però, con i suoi risvolti piccanti e l'impatto mediatico, non mancherà di provocare reazioni tra fedelissimi del leader Pdl e avversari irriducibili del Cavaliere. Giallo in Questura - Le domande sul tavolo dei giudici sono tante. Ci furono rapporti sessuali a pagamento tra Berlusconi e Karima el Mahroug, in arte Ruby? Se sì (i pm ne sono convinti, la ragazza stessa nega con convinzione), il Cav sapeva che la marocchina era ancora minorenne? Sulla questione concussione, l'allora premier abusò della propria posizione convincendo i funzionari della Questura di Milano a rilasciare Ruby a Nicole Minetti la notte del 27 maggio 2010, sostenendo che la marocchina fosse la nipote del presidente egiziano Mubarak? Anche in questo caso, i funzionari della Questura negano pressioni e sostengono di aver agito in piena libertà. Alle 23.49 il Cav chiama il capo di gabinetto Pietro Ostuni riferendo del problema "diplomatico" dell'arresto della presunta nipote del Raìs. La pm dei minori Annamaria Fiorillo aveva ordinato di trattenerla in Questura per rimandarla in comunità la mattina dopo. Giorgia Iafrate, la funzionaria di turno, confermato ai giudici che è stata la Fiorillo all'una di notte ad autorizzare l'affido di Karima alla Minetti. La Fiorillo nega, e tra l'altro il suo ruolo sarebbe stato solo "consultivo". "Non ci fu richiesta di rilascio, né di accelerare le procedure, né di violare la legge", ribadisce il difensore di Berlusconi, Ghedini, che ricorda come né Ostuni né Iafrate si siano costituiti parti civili contro il leader del Pdl. Sesso o cene eleganti? - Secondo l'accusa, sostenuta dai pm Ilda Boccassini e Antonio Sangermano, Ruby entra 16enne nel giro di Lele Mora, dopo essere stata notata da Emilio Fede in un concorso di bellezza. Da lì, inizia la sua frequentazione della villa di Arcore, insieme alle altre Papi-girls. "E' una ragazza intelligente, furba, ha il solo obiettivo di entrare nel mondo dello spettacolo e fare soldi", dice di lei la Boccassini. Fin dai primi interrogatori nell'estate 2010, Karima ribadisce di non aver mai avuto rapporti sessuali con il leader del Pdl. Alcune intercettazioni rivelerebbero il contrario, ma il confine tra verità e millanteria è difficile da distinguere. Berlusconi ha sempre parlato di "cene eleganti" e di "spettacoli di burlesque". Le Papi-girls coinvolte nelle serate di Arcore hanno tutte ricevuto "diarie" da 2.500 euro al mese e buste di denaro fino a 5-6.000 euro per le ragazze che restavano a dormire a Villa San Martino. A Ruby, in tutto, sarebbero andati 57.000 euro: "Un aiuto per farle aprire un centro estetico", ha spiegato il Cavaliere. Certo, resta un ultimo dubbio (che la sentenza non scioglierà): perché nessuno delle parti in causa ha voluto interogare Ruby in aula? 

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