(Adnkronos) - Ma il terremoto ha anche altre cifre, legate soprattutto alle azioni e ai controlli messi in atto al fine di evitare che il prodotto reso inidoneo dal terremoto finisse sulle tavole dei consumatori. "Si e' trattato di un lavoro intensissimo - ha precisato il condirettore del Consorzio, Riccardo Deserti - che ha dovuto fare i conti, innanzitutto, con il rischio che i caseifici colpiti dal sisma 'svendessero' il prodotto a qualunque e in qualunque condizione in una fase di drammatica emergenza, con ripercussioni che avremmo vissuto in termini di speculazioni, di immagine del prodotto e di conseguente calo delle quotazioni, che avrebbero aggiunto altri pesantissimi danni a carico di tutti i produttori". "Per questo - ha spiegato Deserti, sono stati effettuate 450 mila perizie straordinarie sulle forme cadute, associate al controllo di 8 mila bins di prodotto destinato alla fusione perche' irrecuperabile, alla classificazione come 'rifiuto' di quasi 15 mila forme inutilizzabili per l'alimentazione (compresa quella animale), al controllo di tutti i caseifici danneggiati, degli allevamenti colpiti e di tutto il latte destinato anche ad usi diversi rispetto alla trasformazione in Parmigiano Reggiano". (segue)