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Il Terzo Polo quasi scomparso, Fini e Casini senza coraggio

Fli e Udc in evidenza solo a Genova e Palermo, ma senza exploit. E ora Udc e Fli sono già al bivio: destra o sinistra
di Giulio Bucchi domenica 13 maggio 2012

2' di lettura

Il vero Terzo Polo è l'antipolitica. Quello dei partiti - Udc, Fli e Api - e dei politicanti - Casini, Fini e Rutelli - è naufragato miseramente sullo scoglio delle elezioni amministrative Con il Pd primo partito ma annaspante e il Pdl bocciato dagli elettori, anche il cuore centrista del governo Monti paga, come prevedibile, l'appoggio convinto ai tecnici-tassatori. Il guaio è che i risultati dell'urna non sono facilmente decifrabili. A Genova, per esempio, il candidato Enrico Musso ha fatto il suo, con il 14% dei voti. Particolare anche la situazione a Palermo, con Vincenzo Costa sostenuto da Pdl e terzopolisti fermo al 14% anche se la coalizione formata da Pdl, Terzo Polo e Udc ha registrato più voti di quelli al candidato: 27,1 per cento. Ma le dinamiche dei voti disgiunti e i casi singoli non devono ingannare: il bilancio è negativo. Dal Pd, per bocca del capogruppo al Senato Anna Finocchiaro, si sottolinea il flop: "I partiti che sostengono il governo certamente soffrono di un calo di popolarità, ma mentre questo calo si mostra in modo fisiologico per il Pd, ben altre caratteristiche assume per il Pdl, mentre il Terzo Polo paga il fatto di essere più una federazione che si separa città per città che un soggetto politico unito". A Veroa fa autocritica il finiano Giorgio Conte: "Futuro e Libertà paga invece un'alleanza sbagliata, che ha smentito linea politica e parole d'ordine della sua stessa costituzione. Il Terzo Polo, che proprio a Verona alcuni mesi fa aveva iniziato il suo cammino, ha perso una grande occasione. Non ha avuto il coraggio di rendersi protagonista di una suggestione offrendo, non solo a Verona, una seria alternativa politica ad uno schema logoro e fatiscente". Per la cronaca, nella città del leghista Flavio Tosi Fli ha corso con Pdl e Udc per Luigi Castelletti, fermo all'8%, raccogliendo con la propria lista un risultato da prefisso: 0,40 per cento. Sulla stessa linea di Conte anche Massimo D'Alema, dalla sponda Pd: "Il Terzo polo paga un prezzo alto al  fatto di non scegliere. I cittadini vogliono scegliere, le posizioni incerte non sono mai premiate. Per il futuro il Terzo Polo valuti la necessità di scegliere". O con la destra o con la sinistra, è l'epoca di Monti ma sembra tornare quella del Cav.

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