L'Italia che recupera e ricicla genera materia prima seconda e risparmia

Parola d'ordine differenziare
domenica 11 novembre 2012
L'Italia che recupera e ricicla genera materia prima seconda e risparmia
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Roma, 9 nov. - (Adnkronos) - Olio usato che si trasforma in energia, cartoni buttati via che diventano mobili, pneumatici che si trasformano in panchine. La parola d'ordine è differenziare, seguendo le buone regole di smaltimento e conferimento dei rifiuti, così si fa del bene all'ambiente, si genera materia prima seconda e si risparmia. Un contributo fondamentale, in questo senso, lo stanno dando non solo i comuni più virtuosi, quelli in cui si fa raccolta differenziata 'spinta', ma anche i consorzi e i soggetti che si occupano di gestire e smaltire specifche tipologie di materiali. Partiamo dalla raccolta differenziata di carta e cartone che, a livello nazionale, è passata da 1 milione di tonnellate del 2000 alle oltre 3 milioni di tonnellate del 2011, con un procapite medio attuale di 50,6 kg per abitante. "Oggi viaggiamo intorno a circa l'80% di riciclo di tutti gli imballaggi di carta e cartone immessi sul consumo nazionale e un recupero superiore al 90%", spiega all'Adnkronos Claudio Montalbetti, direttore generale di Comieco, il Consorzio nazionale recupero e riciclo degli imballaggi a base cellulosica. Un risultato che permette di dire che "di 10 imballaggi di carta e cartone immessi sul mercato 9 vengono recuperati e riciclati". Quanto al 2012,"registriamo una sorta di flessione generalizzata non solo nella carta ma in tutti i materiali e soprattutto nei rifiuti solidi urbani. Questo è l'effetto della recessione. Con la crisi si consuma di meno, ci sono quindi meno rifiuti ma anche meno carta e cartone da riciclare. Possiamo però dire che i comuni che hanno avviato la raccolta differenziata nonostante la recessione non solo l'hanno confermata ma anche consolidata" La raccolta e il riciclo di carta e cartone "consentono ogni anno il risparmio di oltre 1 milione di tonnellate di Co2 nell'atmosfera, che equivalgono al blocco totale del traffico su strada in Italia per 6 giorni e 6 notti", aggiunge Montalbetti sottolineando che, nonostante i progressi, "esiste ancora almeno 1 milione di tonnellate di materiale cellulosico che finisce nell'indifferenziato. Se riuscissimo a recuperare anche questo materiale si incrementerebbe ulteriormente il tasso di raccolta differenziata almeno del 3%". Anche il recupero complessivo di rifiuti di imballaggio in 15 anni è aumentato del 140%. Secondo il Conai, nel 2011 sono stati recuperati 3 imballaggi su 4, erano 1 su 3 nel 1998. Nel 1998 andavano in discarica il 66,8% degli imballaggi immessi al consumo nazionale e ne veniva valorizzato solo il 33,2%. Oggi la situazione è completamente cambiata: grazie al Sistema Consortile che ha sostenuto e dato impulso alla valorizzazione dei materiali di imballaggio provenienti dalla raccolta urbana, oggi il 73,7% degli imballaggi immessi al consumo viene recuperato e solo il 26% viene avviato ad altre forme di smaltimento tra cui la discarica. Nei primi nove mesi del 2012, sono state raccolte in tutta Italia 1.196 tonnellate di lampade fluorescenti esauste, oltre 150 tonnellate in più rispetto allo stesso periodo del 2011. Lo registra Ecolamp, Consorzio senza scopo di lucro dedito alla raccolta e al riciclo delle sorgenti luminose. Aumenta del 15% la raccolta complessiva (1.196 tonnellate) rispetto ai primi nove mesi del 2011: ben 423 tonnellate di lampadine esauste sono state raccolte grazie al contributo dei cittadini privati, 772 tonnellate arrivano, invece, dai servizi creati dal Consorzio e dedicati ai professionisti. "Prevediamo di arrivare a raccogliere, entro la fine dell'anno, un totale di 1.200 tonnellate di lampade esauste dai soli canali professionali, che già a settembre 2012 evidenziavano un +25%", dichiara Fabrizio D'Amico, direttore generale di Ecolamp. In 28 anni, poi, sono stati raccolti oltre 4 miliardi di kg di olio usato. "Quando abbiamo iniziato, 28 anni fa, eravamo praticamente soli a seguito di una direttiva europea che imponeva agli Stati di raccogliere l'olio usato che è un rifiuto particolarmente pericoloso. Da quella data in avanti molte cose sono cambiate", spiega il presidente del Consorzio obbligatorio degli oli usati, Paolo Tomasi. In 28 anni di attività, "il consorzio ha raccolto circa 4 miliardi e 500 milioni di chili di olio usato e li ha recuperati per intero. L'89% è andato alla rigenerazione e la parte restante è andata alla combustione con il recupero di calore. Complessivamente, questo vuol dire un risparmio per la bilancia economica per la nostra nazione: 3 miliardi di euro è stato il vantaggio complessivo di questa operazione". Oggi, conclude Tomasi, "siamo arrivati a consuntivare il 99% della raccolta potenziale" Recuperare conviene, non solo perché si genera materia prima seconda. Nelle regioni in cui si differenzia di più, infatti, è minore il costo dello smaltimento dei rifiuti: secondo il Rapporto "Green Economy per uscire dalle due crisi", realizzato dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile in collaborazione con l'Enea, in Lombardia con il 47% di raccolta differenziata si è speso 24,65 centesimi di euro per gestire un chilogrammo di rifiuti; in Veneto con il 56,2% di raccolta differenziata 25,88 centesimi; nel Lazio invece con il 17,8% di raccolta differenziata 31,84 centesimi; in Sicilia con il 7,1%, 29,83 centesimi al chilogrammo. Gli occupati totali nella gestione dei rifiuti in Italia sono circa 120.000.