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La morte dei fascisti

Lunedì 17 maggio a Milano l'Associazione circoli nuova Italia Lombardia e Mursia presentano l'ultimo saggio di Giano Accame
di Eleonora Crisafulli domenica 23 maggio 2010

2' di lettura

L'Associazione Circoli della Nuova Italia Lombardia e la casa editrice Mursia presentano il libro-testamento di Giano Accame. Il giornalista e scrittore, recentemente scomparso, ripercorre nell'ultima opera, La morte dei fascisti, le tappe di una storia di idee del XX del tutto originale. Da Pericle a Ezra Pound, dalla Divina Commedia a Tommaso Filippo Marinetti, da Giovanni Gentile a Louis-Ferdinand Céline, Accame passa in rassegna il rapporto concettuale e simbolico del fascismo con la morte, che la moderna società liberale ha rimosso, avendo perso il vero senso della vita, che non esclude il suo sacrificio per valori più alti come quello di patria. Attraverso la letteratura, la filosofia e gli eventi storici, il saggio, profondo e articolato, analizza il valore della morte, spogliandola di ogni aspetto morboso per riscoprirne la concezione naturale e anti-individualistica che ne fa un fatto sociale serenamente accettato. I lettori sono invitati a partecipare alla presentazione che si terrà lunedì 17 maggio alle ore 21 allo Spazio Oberdan, di viale Vittorio Veneto 2 (P.ta Venezia) a Milano. All'evento, introdotto dal giornalista Luca Gallessi, parteciperanno l'on. Paola Frassinetti, vicepresidente Commissione Cultura, il prof. Giuseppe Parlato e il prof. Giorgio Galli. Interverrà inoltre l'assessore alla Cultura della Provinca Novo Umberto Maerna. Nel corso della serata verrà proiettato un video sulla vita di Giano Accame. Giano Accame (Stoccarda 1928-Roma 2009), giornalista e scrittore, inviato de «Il Borghese» dal 1958 al 1968, ha diretto il settimanale «Nuova Repubblica» e il quotidiano «Il Secolo d’Italia». Autore di Socialismo tricolore (1980), Il fascismo immenso e rosso (1990), Ezra Pound economista (1995), La destra sociale (1996), Il potere del denaro svuota le democrazie (1998), Una storia della Repubblica (2000), ha anche realizzato programmi televisivi di successo. Arruolatosi nella RSI il 25 aprile 1945, a sedici anni, non ha mai rinnegato tale gesto.

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