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UK: arriva il primo spot pro aborto

La pubblicità sarà trasmessa lunedì su Channel 4. L'idea nasce dalla volontà di combattere il boom di mamme-teenager
di Tatiana Necchi domenica 23 maggio 2010

3' di lettura

Le gravidanze indesiderate tra gli adolescenti,ma anche le malattie veneree, sono un fenomeno in continua crescita tra gli adolescenti britannici. Così lunedì 24 maggio alle 22.10 verrà trasmesso il primo spot televisivo sugli aborti. Nel video verranno reclamizzate le cliniche specializzate nella pratica abortiva e sulle attività dei consultori. Dalla Marie Stopes International, l'organizzazione no-profit britannica che si occupa di interruzioni di gravidanza, contraccezione e salute sessuale, che ha promosso la pubblicità fanno sapere: «Sarà un'informazione chiara, imparziale. Questo spot intende solo fornire delle informazioni - ha spiegato Julie Douglas, direttore marketing dell'organizzazione – così che le donne sappiano a chi possono rivolgersi senza essere giudicate. Malgrado le statistiche dicano, infatti, che in Inghilterra una donna su tre avrà un aborto entro i 45 anni, l’argomento non viene ancora affrontato apertamente e discusso con obiettività». Lo spot durerà 30 secondi e sarà trasmesso durante la prima puntata del nuovo show «The Milion Pound Drop», presentato da Davina McCall. La pubblicità andrà in onda per tutto il mese di giugno, come stabilito dalla "Clearcast Uk" (organizzazione che si occupa della visione dei corto pubblicitari), e sarà trasmessa sempre dopo le 21. Ci sarà un controllo per verificare che non sia mostrata in trasmissioni dedicate ai minori. «Channel 4 è un’emittente finanziata con denaro pubblico – ha detto Simon Calvert del “Christian Institute” – pertanto deve rassicurare i telespettatori che, permettendo la trasmissione di quello spot, non sta prendendo alcuna posizione su uno dei più controversi temi della nostra società, che divide pubblico e Parlamento. Mi chiedo, però, perché non si possa fermare la messa in onda di una pubblicità che parla di aborto fino a quando non vi sia stata un’adeguata analisi. Di certo, alla “Marie Stopes” non dovrebbe essere consentito di calpestare le obiezioni largamente diffuse di una parte considerevole del pubblico britannico su questo controverso argomento. La gente, già probabilmente scioccata nell’apprendere quanto denaro pubblico viene dato all’associazione per eseguire gli aborti, lo sarà ancora di più nel sapere che parte di quel denaro viene usato per promuovere iniziative a favore dell’aborto». I dettagli dello spot non sono ancora stati resi noti ma da indiscrezioni si evince che la frase portante dello spot recita "Sei in ritardo?" e scorre su immagini di giovani donne preoccupate. Sembra che la parola aborto non sia mai pronunciata. Di cetro non mancano le polemiche: «Permettere una pubblicità per l'aborto come se si trattasse di auto o detergenti è grottesco», ha detto Michaela Aston del gruppo anti-abortista "Life". Anche la "ProLife Alliance" mette in guardia sul fatto che la pubblicità non fornisca «informazioni complete sullo sviluppo del feto, sulla procedura stessa dell’interruzione di gravidanza, sui rischi a cui si espongono le donne e sulle eventuali alternative all’aborto» e la "Society for the Protection of Unborn Children" annuncia attraverso la stampa, e più precisamente il "Daily Telegraph", il ricorso all’azione legale per stabilire «La legittimità di uno spot che reclamizza l’uccisione di bambini non ancora nati». La "Family Education Trust" sottolinea poi come l’aborto sia «una tragedia personale per mamma e bambino». Ma Channel 4 non si lascia intimidire, rigetta le critiche e risponde a tono dicendo di non aver infranto alcuna regola. In una nota fanno sapere che devono essere i telespettatori a dare un giudizio sul contenuto della pubblicità e sul messaggio che vuole trasmettere. 

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