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A Film Impresa due grandi protagonisti: Ferzan Ozpetek e Gabriele Salvatores

Annamaria Piacentini
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La seconda edizione di PREMIO FILM IMPRESA ottiene un grande successo che vede tra i protagonisti Ferzan Ozpetek e Gabriele Salvatores, insieme alle più importanti imprenditrici e produttori italiani. Questa è la prova che nel nostro Paese molte cose funzionano, peccato che c'è chi tende sempre a minimizzare.

È stato bello vedere queste persone sono pronte a iniziare nuovi percorsi, che parlano anche di parità nel lavoro tra uomini e donne. Ma è stata anche la giornata dove il cinema ha avuto un posto speciale, con l'arrivo di Ferzan Ozpetek a cui è stato conferito il Premio Film Impresa, consegnato dal Presidente Gianpaolo Letta e dal direttore artistico Mario Sesti, con la seguente motivazione: “per la sua capacità di raccontare, rispettando i temi e la complessa identità e visione delle imprese”.  Il regista, oltre ai film, ha firmato anche spot che hanno valorizzato molte imprese dando il lancio che meritavano, come è accaduto con la Maserati, che presto vedremo. “Il motivo di questo Premio, ha sottolineato Letta, “è quello di raccontare il punto più importante che caratterizza le aziende del nostro Paese.” Ozpetek è un regista che ha sempre messo in scena la nostra Italia, in film che hanno fatto il boom di biglietti al cinema. Ricordiamo alcuni tra i suoi lungometraggi: Saturno contro, premiato con quattro Nastri D'argento; Magnifica presenza; La dea fortuna; Mine vaganti; Le fate ignoranti e Nuovo Olimpo del 2023 che, a differenza degli altri, è stato distribuito sulla piattaforma Netflix.
 

Nel 2024 “Napoli - New York” di Salvatores

Poi a PREMIO FILM IMPRESA è arrivato il regista e sceneggiatore Gabriele Salvatores Premio Oscar per “Mediterraneo”, che ha ricevuto anche il Premio Speciale Film Impresa da Giampaolo Letta e Mario Sesti, ed è stata un'ora indimenticabile. Lo conoscevo da molti anni, ma non lo avevo mai visto così divertente, simpatico e ironico. Ha parlato a lungo del suo libro “Lasciateci perdere” (edito da Rizzoli), un racconto inedito che diventa un viaggio nel tempo. Nato a Napoli, ha vissuto per molti anni a Milano e Roma. E racconta tutto, senza trascurare nulla: “Dal tema emerge l'amicizia e gli attori che hanno lavorato con me, spiega, “ero a Milano agli inizi degli anni '70, allora portavo i capelli lunghi fino alle spalle. Con i miei amici, tra cui il figlio del portinaio, decidemmo di fare un teatro: tutto cominciò così.  Erano tempi difficili, ma avevamo coraggio.” E un giorno lontano arrivò l'Oscar: “mi ha molto cambiato, spiega Salvatores,” un Oscar lo conoscono tutti, ma non è necessariamente il migliore. Non l’ho voluto tenere a casa per molto tempo, ma ora ho fatto pace con lui e l'ho messo nella mia libreria, per mantenere i libri. Per anni non ho pensato all'America, mi ero innamorato di una signora e non volevo andare a vivere lì. Mi avevano proposto molte cose, anche il remake di “Mediterraneo”., ma girato con i soldati giapponesi: ho detto non ci sto! Ho scritto su un rotolo di carta igienica: on the road, insomma, non solo Hollywood, c'è anche Roma. Così, ho preso una casa piccola, proprio di fronte a quella di Fellini, in via Margutta. Anni prima l'avevo incontrato a Cinecittà e gli avevo detto: faccio il regista. E lui mi aveva risposto: coraggio...” Ho vissuto molti anni a Roma, è bellissima, ma fa anche un po' paura, si firmano i contratti in trattoria. “Nel 2024 c'è l'uscita del suo film “Napoli - New York”, con Pierfrancesco Favino, ambientato in una città piegata dalla miseria del dopoguerra, dove due bambini per sopravvivere tentano la fuga imbarcandosi su una nave diretta a New York.  Salvatores ha un grande cuore, sa vivere i sentimenti. E' indimenticabile il suo film “Io non ho paura”, che riguardava proprio un bambino rapito: “Non ho avuto figli, dice, ma sono una cosa meravigliosa. Ammetto, non me la sono sentita, però ora penso che sia stato un peccato. Oggi il cinema è la mia medicina, sui set non mi sono mai ammalato. Questa è la mia vita. “ E pensare che da ragazzo  il padre  voleva che diventasse un avvocato, ma a lui piaceva il rock and roll...Ed è stata la sua fortuna, ma anche la nostra! 

Tra i protagonisti: Damiano Gavino, Andrea Di Luigi e Greta Scarano.  “Ho girato tre corti che ora vanno al festival di Istambul, dichiara Ferzan. “per il cinema, molti dei suoi film sono stati girati nel quartiere Ostiense, dove abitava: “Ora non ci abito più, ho cambiato casa, spiega, “uscivo la mattina a prendere il caffè e c'era sempre che mi additava dicendo: vedi è il regista che vive qui. All'inizio mi faceva piacere, poi il quartiere è cambiato, l'unico problema che ho lasciato è che ora le case costano di più.”. Ozpetek è un regista di cui siamo orgogliosi perché ha dato, e continua a regalarci, il valore di un racconto. Poco dopo il clima è cambiato, Ferzan è andato via e abbiamo visto un documentario conservato nelle teche rai. Guardandolo ci siamo chiesti: ma davvero vivevano così', le donne negli 50-60? Poche si ribellavano a mariti che le schiavizzavano. Solo casa e figli, lavori e sudore. Ma quando i loro uomini tornavano a casa dicevano che erano stanchi e se la cena non era pronta e la camicia si doveva ancora stirare, gridavano: ma che hai fatto da questa mattina? Io lavoro, tu non fai niente! E, pur avendo tre figli piccoli a cui badare, spesso venivano anche schiaffeggiate. Comunque, gli anni difficili sono passati: le donne lavorano, però se al “maschio” le cose non vanno bene, oggi  alcune vengono uccise. Insomma, una volta c'era lo schiavismo, oggi c'è il femminicidio: che dire? Meglio parlare di cinema, almeno è un argomento che fa sognare”.

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