C’è un dibattito sempre più acceso sull’intelligenza artificiale nel mondo del retail. Se ne parla ovunque, ma la distanza tra teoria e pratica resta evidente. A dirlo è chi lavora ogni giorno sul campo e conosce a fondo la realtà dei punti vendita.
“Nel mondo del retail, si parla ovunque di intelligenza artificiale: nei convegni, nei podcast, su LinkedIn, alle fiere di settore. Eppure, nei negozi fisici, l’AI è praticamente assente. La tecnologia c’è, funziona, ed è disponibile. Ciò che manca è la formazione concreta, l’accesso semplice, una visione pratica e, soprattutto, la consapevolezza che l’adozione dell’intelligenza artificiale è una responsabilità condivisa.
Questa analisi non viene da un osservatore esterno. Parlo da imprenditore che lavora nel retail da quasi vent’anni, che ha costruito reti fisiche, formato migliaia di venditori, integrato sistemi digitali e affrontato ogni giorno la complessità del settore. Ho visto chiaramente la differenza tra chi ha accesso a certe tecnologie e chi no. E oggi, quella distanza si sta trasformando in una frattura: tra chi è pronto a usare l’AI e chi rischia seriamente di restare indietro.
Il punto è semplice: l’AI non è democratica. Nei centri direzionali si sviluppano algoritmi e si progetta il “negozio del futuro”, mentre migliaia di piccoli imprenditori nemmeno sanno da dove partire. Alcuni si sentono intimiditi, altri semplicemente ignorati. La formazione sull’AI è ancora troppo teorica, spesso elitaria, e quasi mai orientata alla realtà concreta di chi vive il punto vendita giorno per giorno.
Ma le soluzioni esistono, e devono essere pratiche e condivise. Nel nostro gruppo – che lavora oggi con oltre 5000 punti vendita – abbiamo imparato che non basta parlare di AI: bisogna calarla nella realtà, semplificarla, renderla utile. Per questo stiamo promuovendo un approccio completamente operativo, partendo dalle basi. Non servono corsi lunghi e astratti: anche cominciare a utilizzare ChatGPT – nella sua versione gratuita o, meglio ancora, in quella a pagamento – è già un primo passo. Chiunque può iniziare a far domande, anche le più semplici, e scoprire che dialogare con l’AI è più facile di quanto sembri. È come avere un Genio della Lampada sempre a disposizione, capace di soddisfare ogni esigenza di conoscenza e supporto.
L’AI può aiutare davvero in tutto: dalle risposte su WhatsApp alla gestione degli appuntamenti, dalla creazione di un piano marketing fino all’ideazione di nuove strategie commerciali. Non serve essere esperti. Serve solo iniziare. Parallelamente, stiamo implementando strumenti pronti all’uso, che permettono anche ai piccoli negozi di essere competitivi come le grandi aziende. Dashboard preconfigurate per gestire gli analytics del punto vendita, intelligenza artificiale generativa per creare contenuti social localizzati anche in assenza di un reparto marketing, e servizi di assistenza clienti completamente automatizzati. È già possibile far rispondere un bot al telefono per fornire assistenza o, addirittura, farlo chiamare proattivamente i clienti per offrire nuovi servizi o prodotti. Tutto questo è reale, disponibile e sostenibile.
Ma la vera forza è costruire un ecosistema. Un contesto dove il sapere venga condiviso, dove si crei una rete di supporto solida. È per questo che affianchiamo i nostri partner nella sperimentazione quotidiana, stiamo progettando un percorso di Certificazione per i negozi che utilizzano correttamente l’AI – un badge che valorizza il punto vendita – e promuoviamo incontri tra pari per condividere esperienze, errori, successi. Perché crescere insieme è più veloce, e meno rischioso, che crescere da soli. Chi è più avanti deve guidare. Lo affermo con assoluta convinzione: non possiamo permetterci che l’AI diventi l’ennesimo strumento di esclusione. Chi ha la visione, la forza e i mezzi, ha il dovere di rendere questa rivoluzione accessibile. Anche i piccoli retailer possono fare la differenza.
Non è solo una questione di etica imprenditoriale. È una scelta strategica. Se fallisce il piccolo commercio, si indebolisce l’intero ecosistema. E un retail senza ecosistema è destinato a morire. In Italia, il 94% delle imprese è costituito da realtà che non superano i 2 milioni di euro di fatturato e hanno meno di 10 dipendenti. È da qui che dobbiamo partire. L’intelligenza artificiale può diventare la più grande leva evolutiva del retail. Ma solo se impariamo a condividerla, semplificarla e renderla accessibile. Il futuro non apparterrà solo a chi è più tecnologico, ma a chi saprà essere più curioso, collaborativo, veloce. Perché la tecnologia è un’alleata per la crescita del proprio business e un acceleratore che ti permette di andare più veloce del tuo competitor” - È quanto affermato da Savino Novelli, CEO & founder Novelli Group.