Casa Fridami a Busto Arsizio: un porto sicuro dove l’arte cura ed educa contro la violenza

mercoledì 9 luglio 2025
Casa Fridami a Busto Arsizio: un porto sicuro dove l’arte cura ed educa contro la violenza
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Si inaugura il 12 e il 13 luglio, nel cuore di Busto Arsizio, in via Roma 13, Casa Fridami «un grande dono di uno spazio di bellezza, dove l'artista ha le sue opere dando una casa alla sua anima...Un segnale importante, anche per un percorso che attraversi la città con le sue componenti private, tracciando un circuito» commenta Manuela Maffioli, assessore alla cultura della cittadina nel Varesotto.

Reduce dal successo di Art Basel Miami 2024 e invitata al prossimo Festival del Cinema di Venezia, Manuela Carnini - in arte Fridami - non dimentica le sue origini: dal 12 luglio sarà accessibile uno spazio unico in città aperto al confronto, dove far parlare le ragioni del cuore. L’abbiamo intervistata per capire le profonde ragioni della sua ricerca artistica.

Casa Fridami é un progetto aperto alla cooperazione e alla profusione di energie in virtù dell’idea di arte quale mezzo di salvezza. Quale obiettivi si prefigge con la costituzione di tale luogo?  
"Gli obiettivi sono molteplici e sono sicura che tante cose devono ancora rivelarsi. Casa Fridami rappresenta lo specchio della mia anima: un piccolo museo con un mosaico di opere a parete e altri lavori incassati sui soffitti. Entrare in Casa Fridami è come accedere ad un’altra dimensione, dove frammenti di anima si parlano e si confrontano. Il primo obiettivo sicuramente è quello di creare degli eventi culturali e dei caffè culturali; dei corsi di pittura per bambini al fine di insegnare l’amore attraverso l’arte e infine lo spazio convoglierà artisti che possano mettere a confronto i loro mondi interiori, per far parlare e scuotere le coscienze".
In un contesto sociale e temporale in cui il singolo è spaurito, angosciato e disorientato, lei coltiva speranza e professa la rinascita. Come riesce a conciliare le preoccupazioni inevitabili dell’essere umano con la missione educativa che, da artista, è chiamata a compiere?  
"L’arte è uno strumento potente. Io posso, nel mio piccolo, narrare ciò che è successo all'interno della mia interiorità, nell'anima. Solo chi ha attraversato il buio riuscendo a ritornare alla luce può testimoniarlo: il medium è stato l’arte. I manufatti artistici sono creature vive, silenziose ma potenti: non ti tradiscono perché fanno parte di te. In un mondo dove tutto rimane effimero e fugace, l’opera d’arte diventa emblema di eternità. Chi è passato attraverso il crogiolo della vita può veramente testimoniare che l’essere umano è in grado di rinascere - attraverso l’empatia - e aiutare chi si trova in situazioni difficili". 
Kandinsky insegna che il colore riesce ad influenzare l’anima, dal momento che sortisce effetti psichici ed emoziona. L’economia dei suoi lavori, d’altronde, è tutta incentrata sul potere delle cromie, spesso rasserenanti, danzanti sotto forma di volute e nebulose. In riferimento all’uso cromatico che lei pone in essere, c’ è discrepanza tra ciò che desidera e ciò che effettivamente prova? 
"I colori rappresentano la mia capacità di trasformare il dolore in amore, attraverso il loro uso apparentemente casuale, facendo sempre vincere l’amore sull’odio, l’empatia sull’indifferenza, la gioia sulla miseria umana. Così si impara ad amare il dolore, trasformandolo in un fuoco sacro, poiché il cuore ha memoria. L’unica discrepanza esistente è che dipingo un amore destinato a chi ha davvero il coraggio di provarlo, incondizionatamente".
Medico cardiovascolare, artista e campionessa olimpionica: corpo e anima sono due costanti della sua esistenza. Le stesse attenzioni riservate alla cura e alla preservazione del corpo, suo e degli altri, le rivolge infatti anche a quel lato più intangibile, intimo e profondo che alberga in ogni essere umano. Quale è il rischio di trascurare l’esperienza emotiva a vantaggio unicamente del benessere fisico o del discorso estetico? 
"Attraverso l’arte, io esprimo la parte più intima e profonda, quella vera, pura, unica e non c’è differenza, è un tutt’uno: corpo, mente, anima, cuore ed emozioni".
Sarà presente al prossimo Festival del Cinema di Venezia, dove porterà la sua testimonianza di artista impegnata contro l’uso della forza quale forma di affermazione del sé, indossando una creazione concepita sulla scia del progetto, sempre da lei ideato, “L’arte addosso”. Quali nuove strade vuole intraprendere con tale ricerca? 
"Per me è una grande emozione essere al Festival del Cinema di Venezia e poter sfilare con la creazione che sto realizzando in questo periodo. Sarà un abito inedito: 'la Sposa di Fridami'. L’opera alla base di questa creazione è 'Perfect Union', primo lavoro realizzato in Casa Fridami. Non voglio rivelare ancora nulla, però è un abito molto importante, che prevede la mescolanza di colori freddi, del bianco ed del nero con le mie rose. Al centro del discorso c’è la perfetta unione di mondi diversi. Io non so dove mi porterà tutto questo però posso dire che le creazioni di cui sono autrice mi vivificano, spingendomi a perseverare nella missione che 'Qualcun’altro' ha deciso per me".