Un’opera prima quella di Eugenio Pasquinucci, costata due anni di lavoro e che non resterà isolata, come fanno presagire le vendite del romanzo “Il Terzo Colpo-Storia di Carlo”.
Si parla tanto di Maremma e Versilia in questo noir poco conformista e molto fuori dai canoni. L’autore, milanese ma con la Toscana del cuore, ha trovato porte aperte alla Nardini, storica casa editrice fiorentina. Ne è nato un bel libro che incrocia giallo e gotico, passato e presente. La storia vede un destino comune per Carlo Matteucci, il protagonista, e il suo bisavolo Guido Carlo vissuto un secolo prima.
La vicenda ”viaggia” tra Bolgheri e Castagneto Carducci, luoghi incantati tra pinete e spiagge, la cui serenità è deturpata da brutali delitti i cui segreti coinvolgono sempre più Carlo. Inizia un percorso scandito da sfide, indagini, misteri e sorprese che metterà a rischio la vita stessa del protagonista.
Carlo è un avvocato milanese che ha ereditato dalla zia un casale isolato in Maremma dove decide di trasferirsi con la moglie per “cambiare vita”. Ristrutturando l’immobile compare un diario del bisavolo la cui prima pagina porta la data del 1876. La lettura costringe il protagonista ad immedesimarsi sempre più nell’antenato fino quasi a identificarsi in lui.
Carlo si ritrova idealmente catapultato nella Toscana e nella Versilia di inizio Novecento. Non è solo suggestione. Lentamente ma inesorabilmente comincia a vivere le stesse esperienze, che vanno dal romantico al drammatico del suo lontano parente a un secolo di distanza.
La “nuova vita” dell’avvocato viene sconvolta dall’omicidio di una giovane ragazza uccisa in casa sua a coltellate. Insinuazioni, dicerie, sospetti cominciano a gravare su Carlo che chiede aiuto a Lorenzo un amico, medico del posto (qui chiaro il riferimento alla professione dell’autore).
Sarà l’indagine dei due, in un drammatico crescendo che mette a rischio le loro stesse vite, a risolvere il caso mentre magistratura e forze dell’ordine si muovono a vuoto.
Il tutto in un incrocio affascinante e sorprendete tra presente e passato. Un gioco di specchi che “incastra” il lettore costringendolo ad arrivare all’ultima pagina il prima possibile. Questo il merito maggiore di Pasquinucci, riuscire a catturare il pubblico, cosa per niente scontata vista l’inflazione di gialli e noir che affolla gli scaffali delle librerie.
Il filo rosso che accomuna passato e presente è la forza del male e della malvagità che ieri come oggi domina sempre più incontrastata ad ogni latitudine e in ogni ambiente. Basta leggere le cronache quotidiane.