Adesione inattesa

Matteo Salvini, il trionfo totale: "Il guaio non è lui". Anche Sergio Staino firma per i referendum

Sergio Staino, storico vignettista e anima critica della sinistra ha detto di "sottoscrivere parola per parola l'editoriale in cui Augusto Minzolini, direttore del Giornale, spiega perché vanno firmati i sei referendum sulla giustizia, e poi persino la posizione di Matteo Renzi sulla questione del ddl Zan", fa sapere il Giornale. "Come sempre: niente di nuovo sul fronte occidentale. Ho fatto una vignetta su questo, Bobo dice 'Salvini passa, la magistratura resta'. . Quello che il Pd non capisce è che il problema non è Salvini, ma una parte della magistratura che dal '92, grazie anche a noi, noi della sinistra intendo, si crede onnipotente e unica tenutaria del potere di vita e morte sulle persone. La sinistra in Italia è sempre stata attenta a compiacere la magistratura, ma ci sono certi magistrati, gli amici di Travaglio per intenderci, che sono veramente fuori della grazia di Dio dal punto di vista della giustizia. Partono sempre dal presupposto che ognuno è colpevole fino a prova contraria", rivela.

 

 

 

"Vent' anni fa feci una striscia per il Corriere della sera dove ironizzavo tristemente sulla frase pronunciata all'epoca da Piercamillo Davigo, quando disse che la magistratura era l'unico corpo sano dello Stato italiano. Io risposi che queste erano dichiarazioni da militari prima del golpe. Votai all'epoca per la separazione delle carriere tra pm e giudici, mi sono sempre battuto per questo. Io posso anche ammettere che un pm debba partire dalla idea che chiunque deve essere colpevole, ma il giudice no, deve partire dal principio opposto, che chiunque è innocente a meno che non si possa dimostrare il contrario. Sono due metodi e due mentalità diverse, non si può confonderle e non si può farle convivere negli stessi corridoi, dove si incontrano e mettono d'accordo sulle sentenze. È profondamente sbagliato", spiega il vignettista.

 

 

 

 Io nel mio partito ho un signore che è Luca Lotti che trattava con i giudici le nomine della magistratura. E non è mai stato espulso, si è solo autosospeso in attesa di giudizio! Ma quale giudizio? Io non ne ho bisogno, quello che ha fatto è deontologicamente contrario alla mia idea di giustizia e anche di sinistra. Eppure mi sembra che ancora adesso in Toscana non si muova foglia che Lotti non voglia. Purtroppo un partito che dovrebbe essere il primo dei garantisti si è lasciato sedurre dal populismo grillino, ha seguito la pancia degli elettori invece di guidarli, come hanno fatto i nostri fondatori socialisti alla fine dell'800. La priorità in ogni paese per loro era costruire la scuola, non appoggiarsi alle forze momentaneamente favorevoli a noi, come è sembrata essere la magistratura. Non è quello che ci hanno insegnato i nostri padri socialisti", conclude Staino.

 

 

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