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Csm, imbarazzo Pd: chi vogliono "piazzare" dopo l'arresto di Messina Denaro

Roberto Romboli

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Giorgia Meloni, dopo la candidatura saltata di Giuseppe Valentino al Csm, è ben consapevole che per la riforma della Giustizia a Palazzo de' Marescialli serve una figura in grado di riallacciare i rapporti e il dialogo tra toghe e Parlamento. Il Csm, infatti, sarà convocato martedì prossimo 24 gennaio dal presidente Sergio Mattarella. Il Pd vuole Roberto Romboli, e tutte le correnti convergono su di lui. Ma ci sono due ostacoli. Primo, rischia di essere ineleggibile visto che non è più ordinario di Diritto costituzionale e non è iscritto all’albo degli avvocati. Secondo, Romboli è stato il delfino dell'ex consigliere Csm in quota Pci Alessandro Pizzorusso, acerrimo nemico di Giovanni Falcone. Egli il 12 marzo 1992 su l’Unità lo giudicò inadatto a fare il super-procuratore e di fatto decretò la sua fine, prima ancora della strage di Capaci.

 

 

 

Scriveva infatti su l'Unità riguardo la nomina del procuratore destinato a dirigere la direzione nazionale antimafia: "Fra i magistrati che hanno chiesto di essere destinati a ricoprire tale nuovo ufficio ve ne è uno che tutti dipingono come un collaboratore eminente del ministro e che delle tesi del ministro si fa propugnatore con articoli, libri, interviste, che occupano ampi spazi nei programmi radiofonici e televisivi, nei giornali e nei periodici di ogni tipo, cioè Giovanni Falcone, non può stupire che in taluno sia sorto qualche dubbio circa l'idoneità di un tale magistrato - cui tutti riconoscono grandi qualità professionali - a svolgere le funzioni inerenti alla carica in questione con tutta quell'indipendenza, che indubbiamente essa richiede". 

 

 

La prima deduzione, continuava Pizzorusso, è che "fra i magistrati è diffusa l'opinione secondo cui Falcone è troppo legato al ministro (Martellli, ndr) per poter svolgere con la dovuta indipendenza un ruolo come quello di procuratore nazionale antimafia; la seconda deduzione è che tale opinione sarebbe accentuata, e quasi verificata, se, in sede di concerto, il ministro si pronunciasse a favore di Falcone e contro tutti gli altri; la terza deduzione è che, se i magistrati di Unicost votassero anche in plenum a favore di Giovanni Falcone (il che è come dire votare a favore del ministro Martelli, protagonista degli attacchi al Csm e alla magistratura), essi perderebbero consensi fra i loro colleghi che il 22 marzo debbono eleggere il Comitato direttivo centrale dell'Anm".

Infine, Pizzorusso concludeva: "In tutte le professioni, accade di imbattersi in persone la cui carriera sembra scandita da difficoltà che appaiono per certi versi ingiuste: quella di Giovanni Falcone è stata al centro dell'attenzione dell'opinione pubblica all'epoca della nomina del successore di Caponnetto a consigliere istruttore di Palermo, poi all'epoca dell'elezione dell'attuale Csm, e ora di nuovo. Ma da quanto si è detto risulta, credo, evidente, che se nella vicenda attuale le sue qualità professionali non dovessero essere premiate come meritano, ciò non sarebbe dovuto solo alla malvagità del fato o a subdole iniziative dei suoi avversari". Questo era il mentore di Romboli. È opportuno candidare lui anche alla luce dell'arresto di Matteo Messina Denaro?

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