Un esercizio di stile impareggiabile. Un ribaltamento del reale in grado di stordire. Si parla di quanto sostenuto da Andrea Orlando in un'intervista al Foglio, un lungo colloquio tutto incentrato su governo e magistratura, con un focus particolare sul recente caso-Almasri, sui suoi possibili sviluppi e sulla figura di Carlo Nordio, attaccato in modo scomposto dall'ex ministro della Giustizia del Pd sin dalle primissime battute: "Nordio? Più che un ministro è uno scudo umano in difesa di Giusi Bartolozzi". Già, Orlando cavalca il ritornello della sinistra, che punta sulla capo di gabinetto di Nordio nella speranza di poter "aggirare" l'immunità parlamentare.
Il piddino non si fa poi problemi a definire le parole di Giorgia Meloni "eversive", sparata che lo pone al medesimo livello di Elly Schlein. Quando gli chiedono se sul caso-Almasri, ai tempi in cui il Guardasigilli era lui, avrebbe suggerito di porre il segreto di Stato, risponde: "Non ravvedo le ragioni. Sento parlare solo ora di interesse nazionale ma l’interesse non si tutela violando le richieste della Corte Penale internazionale, un sistema a cui abbiamo aderito, o oltrepassando istituti". Insomma, la linea del partito. Quella linea che però uno come Marco Minniti ha recentemente messo in discussione.
Ma l'esercizio di stile impareggiabile a cui accennavamo in premessa riguarda altre considerazioni sulla magistratura. Se Meloni ha parlato di un "disegno" per colpire lei e il governo, ecco che Orlando - come ricorda il Foglio - sui social ha sostenuto che la procura generale di Roma e la Corte d'Appello, su Almasri, hanno chiesto una sorta di via libera al governo. Ne segue ovvia domanda: sta dicendo che la magistratura è sottomessa al premier? Orlando risponde: "Alla Procura generale e alla Corte d’Appello non serviva la valutazione di Nordio. Credo che sia il momento di dirlo, di chiedere un chiarimento. Era una valutazione che non competeva a Nordio, che peraltro non si è sottratto a essa", premette sornione.
Ma non è finita. A stretto giro riprende ed argomenta nel dettaglio: "Offro una lettura diversa, generale. Non c’è una risposta omogenea da parte della magistratura e non siamo ai tempi di Silvio Berlusconi. Una parte reagisce coni soliti richiami alla Costituzione, tra l’altro un po’ più fiacchi, ma un’altra mi sembra che cerchi buone relazioni con l’esecutivo". Già, secondo lui la magistratura sarebbe di fatto troppo fiacca, troppo accondiscendente con Meloni. "Rispetto al passato noto una maggiore attenzione, un particolare riguardo, e tutela. Metà governo e congiunti sono interessati da inchieste, inchieste che sono andate avanti con riserbo e giustamente, ma diversamente dal passato", aggiunge Orlando. Già, surreale: secondo il piddino, la magistratura avrebbe particolari attenzioni per il governo e per Giorgia Meloni. Vien da chiedersi se creda a quel che sostiene...