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M5s, dopo la Baldino ecco Tridico: il vergognoso sfottò a Occhiuto

di Pietro Senaldi sabato 9 agosto 2025

4' di lettura

Lo capisci subito quando dentro M5S cresce la febbre da poltrona. Gli interessati si scaldano e cominciano a spararle grosse. Chi dice la peggiore fesseria, normalmente vince il concorso. Sul tavolo stavolta c’è la candidatura alla presidenza della Calabria, dopo l’annuncio improvviso da parte dell’attuale governatore di Forza Italia, Roberto Occhiuto, di dimettersi per poi ricandidarsi subito, a elezioni anticipate da tenersi a inizio autunno. La regione è terra favorevole per M5S, che alle Politiche del 2022 è stato il primo partito, con il 29%, e alle Europee del 2024 ha contenuto qui più che altrove la frana, fermandosi al 16%. Pertanto Giuseppe Conte la rivendica con due campioni, lui e lei.

Lui è Pasquale Tridico dalla provincia di Cosenza, ex presidente dell’Inps in quota grillina per mancanza di altri candidati e attuale europarlamentare, grazie alle 118mila preferenze ottenute nel collegio Sud e Isole. Lei è Vittoria Baldino, senz’arte ma di parte, tele-parlamentare al secondo mandato, quindi già in tensione per trovare nuove collocazioni. Il primo si è offerto ieri mediante intervista a mezzo Stampa, dichiarando di voler dare un contributo alla sua terra. La tattica è quella dell’assalto, tipica dei grillini, marchio di fabbrica del guru fondatore nonché unica cosa di Beppe che Giuseppi non ha rinnegato. «Occhiuto si candida solo per sottrarsi ai giudici», ha sentenziato Tridico, sostenendo che il governatore «sta sfidando la magistratura perché pensa di sottrarsi ai giudici facendosi rieleggere e questo è inaccettabile». La seconda è scesa ancora più di livello, esibendosi in una mossa di catfight, termine inglese che indica la lotta nel fango delle donne ed è andata in tva dire, letteralmente, che Giorgia Meloni le fa schifo. Dopo di che l’indomani ha reso pubblica un messaggio minatorio che le sarebbe stato recapitato- «Ti sei divertita con i vitalizi? Tra poco non ti divertirai più» - chiosato dal puntuale Conte, che ha ribadito che «M5S non si farà intimorire nella battaglia ai privilegi».

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Chi vincerà la gara per perdere le prossime elezioni, staccato di trenta punti da Occhiuto? Se parliamo di vitalizi, Tridico ne sa qualcosa. Deve la sua carriera di alto dirigente pubblico, da semplice professore universitario qual era, anonimo sebbene con un curriculum che ai tempi pesava cinque volte più di quello di Conte, al fatto di essere padre del più gigantesco vitalizio mai concepito in Italia. È lui infatti la mente del reddito di cittadinanza, percepito da cinque milioni e duecentomila persone e costato una quarantina scarsa di miliardi di euro.

Il suo padrino politico è Luigi Di Maio, forse per gratitudine visto che ai tempi si pensava che anche lui in futuro sarebbe diventato un beneficiario del famigerato sussidio. E qui sta la grandezza di Pasquale. Lui infatti è l’unico ad aver usato l’ex vicepremier M5S, che portò con sé verso il disastro 61 parlamentari grillini ai tempi della scissione del Movimento conseguente alla fiducia al governo di Mario Draghi, anziché esserne usato.

Allontanato anzitempo dalla presidenza dell’Inps dopo l’insediamento dell’attuale esecutivo, Tridico è emigrato a Bruxelles come capo delegazione grillino, incarico pomposo, rilevanza nulla. In caso di candidatura in Calabria, sarebbe il terzo europarlamentare del campo largo di ritorno dall’Europa dopo un anno, su sei regioni che vanno al voto. A conferma che la sinistra presenta i grandi nomi alle elezioni europee non per incidere nella politica dell’Unione, ma per prendere qualche voto in più da rivendersi in patria. Più sovranisti di così...

Comunque, a confronto di Roberto Fico, il nome che M5S presenterà in Campania, l’ex presidente dell’Inps è un gigante. Anche se qualche buco nero ce l’ha. Per esempio, le sue dichiarazioni su Occhiuto rivelano una certa ignoranza giuridica, poco scusabile anche se l’interessato è professore in economia e non in diritto. Nomen omen, a Tri-dico è bastata una frase per dire tre fesserie. Normalmente le candidature vengono stroncate dalle inchieste e non sono un modo per aggirarle. Non solo, la storia patria racconta che le candidature accendono in fari delle procure, anziché spegnerli. Infine, sostenere che qualcuno, candidandosi, sfida la magistratura, equivale a sostenere che la magistratura, indagando, sfida la politica, pensiero che poco ci azzecca con la filosofia del partito delle manette di cui l’europarlamentare in uscita è uno degli assi.

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Comunque, siccome invece da economista sa far di conto, Tridico, se si candiderà, lo farà proprio perché è sicuro di perdere. Ha trasferito la famiglia a Bruxelles, che se si è un europarlamentare è un buon posto per far crescere i figli. Lui in realtà non vorrebbe presentarsi, ma se Conte ordina deve fare il gesto, perché la Calabria è terra dove, con il candidato di grido, M5S può non vincere ma superare il Pd; così come in Campania, se si presenterà la lista di Vincenzo De Luca a drenare i voti dem. E questo è ciò che davvero interessa a Giuseppi.

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