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Vendola si ammanetta a Di Pietro:"Mi alleo col Pd solo se c'è l'Idv"

Il governatore della Puglia vuole che Bersani raggiunga l'intesa con Tonino. E scarica l'Udc: "Non mi interessa"

Andrea Tempestini
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  Sullo sfondo c'è una foto ingiallita, quasi seppiata. È la foto di Vasto, usata per tante, troppe metafore politiche abortite in culla. L'istantanea del presente, quella che fotografa il ricatto che il leader di Sinistra ecologia e libertà, Nichi Vendola, e il numero uno dell'Italia dei valori, Antonio Di Pietro, hanno squadernato al Pd per una «ricostruzione» vera del centrosinistra è stata scattata nell'asettica aula delle conferenze stampa della Camera. Anche gli sfondi hanno un loro perché. L'unica cosa chiara, nitida, è il destinatario dei messaggi inviati da Vendola e Di Pietro: il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani. A due non piace affatto come il leader del primo partito della sinistra stia flirtando con l'Udc di Pier Ferdinando Casini. Per Vendola non è questa la direzione da seguire. «Io sono interessato a costruire il centrosinistra. Un'alleanza basata su un accordo tra Pd e Udc non mi trova interessato». Qualcuno paventa  una preclusione totale del governatore della Puglia all'accordo. «Non voglio impedire un dibattito con i moderati, né un compromesso con loro, ma è vietata la resa».  Insomma Vendola vuol dettare le condizioni, tanto al Pd quanto all'Udc. «Io mi siedo a discutere con il Pd se c'è anche Antonio Di Pietro», dice Vendola. Niente “pregiudiziale”, dunque, sull'ex pm.  Un assist, quello del segretario di Sel,  che mette il leader dell'Idv in condizione di segnare a porta vuota, convinto della necessità di  «costruire insieme un programma per il centrosinistra, senza pregiudizi verso le sigle». Del resto una coalizione simile  ha vinto in tante realtà locali alle recenti elezioni amministrative 2012. «Questo non è ultimatum, ma un appello al Pd, affinché chiarisca la sua posizione», dice Di Pietro, «Ci sono temi dirimenti su cui invitiamo il Pd a fare scelte di campo e non accettare logiche di Palazzo», ha ammonito l'ex magistrato. Ma non ci sono solo i «ricatti» e le «condizioni» per trattare nell'agenda di Vendola e Di Pietro, c'è spazio per il tema caldo del momento: le primarie. Quelle nel Pd, secondo Vendola, devono essere utili per allargare l'area della coalizione: « Se c' è una coalizione io sono interessato a primarie di coalizione. Ma se c'è Casini e non c'è Di Pietro che primarie sono?». Però c'è Matteo Renzi, sindaco di Firenze e principale sfidante interno di Bersani. Che reagisce stizzito alle provocazioni di Vendola.  «Nichi scrive che se ci sono, io non partecipa alle primarie. Ma come? Ci parla di primarie tutti i giorni e adesso se ne va portando via il pallone prima di giocare? Questa cos'è? Paura di confrontarsi sulle idee o semplicemente effetto del caldo?». La partita nel centrosinistra è ricominciata come sempre: litigando. di Enrico Paoli  

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