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Il pm molla Palermo e va in Guatemala: "Lì mi apprezzano"

Il ministro Severino dice sì alla richiesta di trasferimento del magistrato, che andrà a lavorare per l'Onu: "In Italia sono diventato un bersaglio"
di Giulio Bucchi domenica 22 luglio 2012

2' di lettura

Manca solo l'ok del Csm, perché il ministro della Giustizia Paola Severino ha dato il via libera oggi: Antonio Ingroia potrà essere collocato fuori ruolo. Dove? Il pm di Palermo vuole andare in Guatemala accettando la proposta che gli ha fatto l'Onu. Diventare, cioè, il capo dell'unità di investigazioni e analisi criminale contro l'impunità del paese centroamericano. Incarico prestigioso ma che ricorda un po' scelte di vita alla Ivano Fossati. In realtà le motivazioni che spingono Ingroia ad abbandonare Sicilia e Italia sono serie: l'ostilità di certo mondo politico nei confronti della procura di Palermo. Ultimo tassello, gli attacchi trasversali per il caso delle intercettazioni non distrutte al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. "Io non mi sento in guerra con nessuno - ha dichiarato il pm in un'intevista a Guido Ruotolo su La Stampa -, però che sia diventato un bersaglio questo lo avverto anch'io. Non mi appartiene la logica della guerra, in questi anni ho cercato di muovermi sempre seguendo gli insegnamenti di Paolo Borsellino". Ad esempio, scavalcando le rituali distinzioni dei ruoli istituzionali, appellandosi all'opinione pubblica per la necessità di fare chiarezza sui rapporti tra stato e mafia. "Noi lavoriamo nel rispetto delle regole ma se occorre ci appelliamo all'opinione pubblica per denunciare quello che non va. Ricordo che nell'estate del 1988 anche Paolo Borsellino si rivolse all'opinione pubblica denunciando un calo di tensione all'interno della magistratura, e perciò rischiò in prima persona un provvedimento disciplinare del Csm". Evidentemente, però, il clima non è molto favorevole. E per questo Ingroia se ne andrà alle Nazione Unite, in Guatemala. "In quelle latitudini, per fortuna, i giudici antimafia italiani sono apprezzati anziché denigrati e ostacolati". E per rispondere all'invito, per quest'anno niente ferie.  

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