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Di Pietro al veleno: "Scalfari mi fa vomitare. Bersani sta con Casini? Solo una sveltina"

Giulio Bucchi
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Tra Pier Luigi Bersani e Pier Ferdinando Casini altro che amore, al massimo una sveltina. Non usa giri di parole Antonio Di Pietro, che in un'intervista al Corriere della Sera bolla l'eventuale accordo elettorale tra Pd e Udc come "la storia di una notte". Dura minga, insomma. La sfida del leader di Italia dei Valori parte da un punto, chiaro: "Io non sono isolato, sono i partiti che si sono isolati dai loro elettori, che hanno scelto di tradire il mandato e la Costituzione" sostenendo Monti. Miopi, attaccati alle poltrone, pure anti-costituzionali: Tonino con i democratici e i centristi non vuole spartire nessun progetto. "Scalfari mi fa vomitare" - Né rinuncia ad attaccare Napolitano e le anomalie del suo ricorso alla Consulta contro la Procura di Palermo che indaga sulla trattativa Stato-mafia del '92: "Ora ci sono anche intellettuali come Zagrebelsky e Onida", gongola l'ex pm che pare cavalcare lo psicodramma manettaro che sta tagliando in due la sinistra, con Scalfari, Luciano Violante e il Pd da un lato e lo stesso Zagrebelsky, Fatto Quotidiano e grillini e dipietristi dall'altro. "Capisco Violante, tra veterani dello stesso partito ci si difende, come in Unione Sovietica. La sua è una posizione prepotente, irridente, strafottente". Anche il fondatore di Repubblica però difende Giorgio Napolitano e attacca i magistrati palermitani. "Scalfari? Mi vengono i conati di vomito a vedere queste penne brillanti, queste barbe bianche, che parlano dall'alto della loro onniscienza. Si offende la storia, la cronaca, la verità". La linea giustizialista e oltranzista dell'Idv, però, potrebbe attrarre qualcuno. "A Vasto il 21 settembre proporremo un programma di governo, a chi ci sta. Sel ci penserà due volte a tradire i suoi elettori". Nichi Vendola, va bene. Ma Bersani? "Vediamo se vuole andare a letto con chiunque. Un Casini o un casino si trova sempre, ma è la storia di una notte...". 

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