Finanziaria, Fini: no alla fiducia

Restano fuori Irap, Irpef e affitti
di Albina Perrisabato 28 novembre 2009
Finanziaria, Fini: no alla fiducia
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Interventi persviluppo, welfare ed Enti locali, ma restano «fuori dallaFinanziaria» i temi rimasti aperti al Senato, cioè Irap,cedolare sugli affitti e interventi Irpef per le famiglie.Questa la posizione emersa dalla consulta economia del Pdl,come riferisce il relatore alla Finanziaria, MassimoCorsaro. Il taglio dell'Irap, nonchè dell'Irpef a favore delle famiglie (al di là del taglio dell'acconto che il governo ha fatto con il decreto legge ad hoc) e la cedolare secca sugli affitti sono temi che restano dunque sul tavolo ma non troveranno spazio nella Finanziaria quest'anno. «Non escludiamo - dice il relatore al provvedimento, al termine della Consulta economica del Pdl - che questi argomenti di cui si è trattato ampiamente possano essere oggetto di un ulteriore dibattito il prossimo anno in vista anche del fatto che il 2010 appare leggermente più roseo» sotto il profilo dei conti pubblici. La scelta di privilegiare «misure strutturali» a interventi «mirati» è dettata dunque dalla disponibilità delle risorse che «al momento c'è nel cassetto», spiega Corsaro: «Certo che ci sono altri temi - aggiunge - e tra questi anche quelli affrontati durante la discussione in Senato e sarà possibile intervenire per gradi». Anche perchè, se al momento le risorse che arrivano dallo scudo fiscale sono cifrate «in quattro miliardi» si può immaginare che il complesso della liquidità che tornerà in Italia possa nel tempo rappresentare una leva utile da usare per mettere in campo ulteriori interventi. Per quanto riguarda l'atmosfera che si è registrata nel corso della riunione, Corsaro evidenzia come la «discussione sia andata molto bene». Sulla possibilità di un maxi emendamento riguardante la Finanziaria, Gianfranco Fini si dice scettico. Quantomeno se questo dovesse provenire dal governo e non dalla commissione. Nel corso di una conferenza stampa a Montecitorio, Fini ha dichiarato che questa sarebbe «Una cosa che  potrebbe mettere il presidente della Camera in grave difficoltà, se il voto di fiducia alla finanziaria venisse chiesto non su un testo che esce dalla commissione, bensì su un maxi emendamento del governo». Sottolinea FIni: «Il maxi emendamento potrebbe anche essere fatto di concerto con la maggioranza, ma poi metterebbe il Parlamento in condizione di non poter intervenire su quel testo».