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Diffamazione, l'Europa: "Grave passo indietro". Alfano: emendamento Pdl salva-Sallusti

Giulio Bucchi
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Il ddl sulla diffamazione approvato dal Senato a voto segreto, quello che prevede il carcere per i giornalisti condannati, mette in allarme anche l'Europa. Il commissario per i diritti umani del Consiglio d'Europa, Nils Muiznieks, ha sottolineato come la libertà d'espressione sia ora più a rischio: "Un grave passo indietro - così da Strasburgo ha definito la legge -. La speranza era che l'Italia potesse tornare in linea con gli standard europei" in fatto di garanzie per i cronisti. Così non è stato. "Malauguratamente - aggiunge Muiznieks - adesso sembra che la nuova legge mantenga in vigore la possibilità della prigione per i giornalisti", un "messaggio negativo ad altri Paesi europei in cui la libertà dei media è seriamente minacciata". Il Pdl si ribella - Alessandro Sallusti, il direttore del Giornale ed ex di Libero condannato a 14 mesi di galera per cui si è rivista la legge (con clamoroso effetto autogol), se l'è presa con la Casta dei politici ("Io andrò in carcere, voi sparirete nel nulla"). E qualche reazione, dagli stessi politici, c'è stata. L'emendamento sotto accusa è stato presentato dalla Lega (che tace) e l'altro firmatario Francesco Rutelli ha definito la legge "ineccepibile" e "in linea con l'Europa" (clamorosamente smentito da Muiznieks). Ma tra i 301 senatori che hanno votato sì, con un vero e proprio colpo di mano, alcuni appartenevano sicuramente al Pdl. Il segretario Angelino Alfano, però, esprime la linea contraria del partito: "Nel rispetto del voto di ieri in aula, presenteremo un emendamento al disegno di legge sulla diffamazione per evitare che qualcuno finisca in carcere per un articolo che non ha scritto. Ci auguriamo che il provvedimento possa evitare un precedente che non gioverebbe alla reputazione internazionale del nostro Paese". 

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