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Blitz contro secessionisti veneti: 24 arresti, altri 27 indagati

Ignazio Stagno
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In manette 24 presunti secessionisti veneti. Blitz dei carabinieri del Ros contro un gruppo secessionista accusato di aver messo in atto "varie iniziative, anche violente", per ottenere l'indipendenza del Veneto, e non solo. Ventiquattro gli arresti in corso di esecuzione da parte dei militari dell'Arma in varie regioni, su ordine della magistratura di Brescia. Nelle ordinanze di custodia cautelare, emesse dal gip del tribunale di Brescia su richiesta della procura, sono contestati i reati di associazione con finalità di terrorismo ed eversione dell'ordine democratico e fabbricazione e detenzione di armi da guerra. I Carabinieri stanno anche eseguendo perquisizioni a carico di altri 27 indagati. I Serenissimi a Piazza San Marco nel 1997 Guarda la gallery  L'indagine - Secondo le indagini del Ros, le persone arrestate avrebbero fatto parte di un "gruppo riconducibile a diverse sigle di ideologia secessionista che aveva progettato varie iniziative, anche violente, finalizzate a sollecitare l'indipendenza del Veneto e di altre parti del territorio nazionale dallo Stato italiano". Tra gli episodi contestati ai secessionisti arrestati oggi dai carabinieri su disposizione della magistratura di Brescia c'è anche quello, riferiscono gli investigatori, della "costruzione di un carro armato da utilizzare per compiere un'azione eclatante a Venezia, in piazza San Marco". Il mezzo è stato sequestrato.  Gli arresti e le perquisizioni sono state eseguite tra le province di Padova, Treviso, Rovigo, Vicenza e Verona (Verona 9 arresti, Treviso 2, Rovigo 3, Padova 3) e hanno visto impegnati i militari dei vari comandi provinciali dell'Arma. Tra gli indagati figurerebbero alcune persone vicine al noto gruppo dei Serenissimi e il presidente e la segretaria della Life, l'associazione che ha avuto un ruolo particolarmente attivo nel periodo di contestazione dei cosiddetti forconi dell'8 dicembre scorso. Il blindato - Il quartier generale, sempre secondo quanto si è appreso, sarebbe Casale di Scodosia, nel Padovano dove sarebbe stato trovato il "tanko". Gli indagati, secondo quanto è emerso nelle indagini, avevano pensato di trasformare un trattore agricolo in un mezzo corazzato attrezzato con un cannoncino da 12 millimetri, ma durante le fasi di montaggio c'erano stati problemi per il recupero dei pezzi per la sua costruzione. Intanto dopo i fermi emergono le prime intercettazioni telefoniche tra i secessionisti veneti. Le intercettazioni - Ecco alcuni passaggi delle telefonate. "Male che vada, ci troviamo a casa mia a tagliare il salame...". "No, più che tagliare il salame noi abbiamo bisogno di caricare i candelotti di dinamite!". “L'Alleanza”, così avevano chiamato il loro gruppo, aveva idee chiare: "Il nostro obiettivo è abbattere lo Stato....pota!".  Poi avrebbero separato comune per comune, paese per paese, campo per campo. In un domino infinito di separatismi che nelle idee dei 24 arrestati avrebbe dovuto portare alla nascita di un nuovo stato padano, armato e "autoritario". Nelle intercettazioni non mancano spunti comici e qualche ingenuità, si ascolta l'esasperazione per le tasse troppo alte e si misura la disperazione per la crisi. "Allora, Adalberto, sta attento a cosa dovrebbe succedere - spiega in una conversazione Giancarlo Orini, il presunto capo dell'organizzazione - Bisogna far saltar le banche....Ci sarà una piccola parte di Carabinieri o della polizia che starà dalla parte degli insorti, poi una piccola parte sempre dei Carabinieri o della Polizia o della Guardia di Finanza che starà dalla parte dello Stato...la parte più forte che potrebbe essere l'esercito e gli altri che se ne stanno a guardare...staranno a vedere, stanno a vedere e si metteranno dalla parte dei vincitori, come è successo in altri paesi....". "In Libia", risponde Adalaberto. "In Libia, esatto, zio porco...dai leggi, leggi, poi ci sentiamo".

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