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Uccise la moglie, oggi ne prende la pensione

La legge non impedisce automaticamente la "indegnità a succedere" per l'assassinio del coniuge

Matteo Legnani
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Due anni fa Massimo Parlanti ha ucciso la moglie Beatrice Ballerini, 42 anni, massacrandola di calci e pugni e strangolandola per poi fuggire coi soldi che lei aveva nel portafoglio per simulare una rapina. In un primo momento si finse stupito del ritrovamento del cadavere, poi confessò. Ora sta scontando 18 anni di carcere, ma prende il 60% della pensione della sua vittima, e ne avrà diritto a vita, mentre ai figli di 8 e 10 anni spetta solo il quaranta per cento. Quasta assurdità è prevista dalla legge. O almeno, non è impedita. Perchè non esiste nel codice penale italiano un meccanismo automatico che prevede la dichiarazione di “indegnità a succedere” per l'assassino del coniuge. E così, oltre alla pensione, agli assassini spetta anche l'eredità di chi ammazzano. Ora il fratello della vittima ha lanciato una petizione su Change.org chiedendo di modificare la normativa vigente. "Deve esserci un meccanismo automatico che preveda la dichiarazione di “indegnità a succedere” per l'assassino del coniuge, che valga sia per l'eredità che per la pensione" dice. "Questo è quello che chiedo nel nome di mia sorella e di tutte le donne uccise".

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